Pil Italia, per Commissione Ue nel 2024 crescerà meno del previsto. Nota positiva su debito
L’economia della zona euro cresce dello 0,9% nel 2024, in lieve calo rispetto alla precedente stima di crescita dell’1%. Così le nuove previsioni economiche autunnali della Commissione europea secondo cui “dopo un prolungato periodo di stagnazione, l’economia dell’Unione europea sta tornando a una crescita modesta, mentre continua il processo di disinflazione”. Da Bruxelles parlano di una “ripresa graduale, in uno scenario che resta avverso”.
Guardando all’Italia, le ultime previsioni macroeconomiche dettate dalle Commissione, stimano che il Pil reale del Paese dovrebbe crescere dello 0,7% nel 2024, sostenuto dagli investimenti e dal calo delle importazioni, rivisto così al ribasso rispetto alle previsioni primaverili di maggio quando la Commissione stimò una crescita dello 0,9%.
Italia: crescita si stabilizza nel 2024 e poi accelera
Una stabilizzazione per l’economia italiana nel 2024, con una accelerazione attesa dal 2025 in poi. In particolare, l’attività economica tricolore, dice l’Istituzione europea guidata da Ursula von der Leyen, dovrebbe espandersi dell’1% e dell’1,2% rispettivamente nel 2025 e nel 2026. Si prevede che l’inflazione scenda all’1,1% quest’anno, mentre salga all’1,9% nel 2025 e scenda di nuovo leggermente nel 2026.
L’eliminazione graduale dei bonus fiscali per l’edilizia abitativa e le entrate sostenute dovrebbero far scendere significativamente il deficit pubblico nel 2024, al 3,8% del Pil, sostiene la Commissione secondo cui il deficit diminuirà ulteriormente nel 2025 e nel 2026, scendendo appena sotto il 3% del Pil. Al contrario, il rapporto debito/Pil è destinato ad aumentare nel corso dell’orizzonte di previsione, raggiungendo il 139,3% del Pil nel 2026 (dal 134,8% nel 2023), a causa dell’impatto ritardato dei crediti d’imposta per la ristrutturazione degli alloggi accumulati nel deficit fino al 2023.
Secondo la Commissione, se l’economia italiana dovrebbe espandersi dello 0,7% nel 2024, nel 2025 si prevede un’accelerazione dell’attuazione del programma di stabilità e crescita dell’Italia, che compenserà ampiamente la contrazione della politica fiscale nazionale.
La Commissione prevede che la crescita dei consumi privati riprenda slancio, mentre gli investimenti complessivi sono destinati a diminuire, a causa del calo delle costruzioni per la ristrutturazione delle abitazioni. Nel complesso, la crescita del PIL dovrebbe salire all’1,0% nel 2025 e all’1,2% nel 2026.
Mercato del lavoro ancora rigido sostiene gli aumenti salariali
Fronte occupazione, la Commissione prevede che questo aumenti dell’1,6% quest’anno, dopo l’1,9% nel 2023, e che ci sia una delecerazione ulteriore nel 2025-26. Poiché le opportunità di lavoro continuano a migliorare, l’aumento della partecipazione al mercato del lavoro è destinato a superare il calo della popolazione in età lavorativa previsto nell’orizzonte di previsione. Il tasso di disoccupazione dovrebbe quindi scendere al 6,2% nel 2026, dal 7,7% del 2023, mentre la Commissione stima che la crescita dei salari nominali raggiunga il 4% quest’anno, quando la maggior parte dei rinnovi contrattuali avrà rispecchiato gli aumenti dei prezzi passati, per poi moderarsi gradualmente.
Deficit pubblico sotto il 3% del Pil
Infine, sempre in riferimento all’Italia, nel 2024, il deficit pubblico dovrebbe scendere al 3,8% del Pil, dal 7,2% del 2023. Nel 2025, si prevede un’ulteriore riduzione del deficit al 3,4% del PIL, con un avanzo primario che raggiungerà lo 0,5% del PIL, grazie a una spesa primaria moderata e a una spesa per interessi sostanzialmente stabile.
Infine, secondo la Commissione, la manovra di bilancio allo studio del governo include misure con un impatto di aumento del deficit pari allo 0,4% del Pil e tra queste si cita la proroga del taglio del cuneo fiscale attuato nel 2024, anche se attraverso un nuovo sistema di detrazioni fiscali (modulate in base al livello di reddito), e la conferma della struttura semplificata dell’imposta sul reddito delle persone fisiche introdotta nel 2024. Ulteriori fondi sono destinati al rinnovo dei contratti salariali del settore pubblico per il periodo 2025-27, al sostegno delle famiglie e dei tassi di natalità, nonché al settore sanitario e agli investimenti pubblici. Anche l’estensione di alcune misure di prepensionamento adottate negli anni passati e di crediti d’imposta mirati alle imprese pesano sul bilancio pubblico.
Intanto proprio oggi la Banca d’Italia ha presentato l’aggiornamento mensile sull’andamento del debito pubblico italiano nella pubblicazione statistica “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”. Bankitalia ha indicato che lo scorso settembre il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 0,7 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.962,3 miliardi. In particolare, il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (25,5 miliardi) ha più che compensato la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (24,9 miliardi, a 40,3).
La quota del debito detenuta dalla Banca d’Italia è diminuita al 22,3 per cento (dal 22,7 del mese precedente). Ad agosto (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) la percentuale di debito detenuta dai non residenti è aumentata al 29,8 per cento (dal 29,5 dello scorso luglio), mentre quella detenuta dagli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è rimasta sostanzialmente stabile al 14,4 per cento.