Notizie Pil Cina e tonfo commodity azzoppano l’aussie, rimbalza lo yen

Pil Cina e tonfo commodity azzoppano l’aussie, rimbalza lo yen

15 Aprile 2013 12:56

Forte movimento al ribasso oggi per l’aussie che si allontana con decisione dai massimi a due mesi e mezzo toccati settimana scorsa. Il dollaro australiano ha toccato un minimo a 1,0394 rispetto al dollaro pagando i riscontri inferiori alle attese arrivati dall’economia cinese e l’accentuarsi della violenta discesa delle quotazioni delle materie prime, in particolare dell’oro. Debolezza pronunciata anche per il dollaro neozelandese che cede quasi l’1% a 0,848.

La Cina ha visto la propria economia crescere meno del previsto nei primi 3 mesi del 2013 (+7,7% annuo rispetto al +8% atteso dal mercato). E sempre oggi la Banca mondiale ha abbassato le previsioni sulla crescita del colosso asiatico portandole a +8,3% dal +8,4% precedente.
I timori di una minore domanda cinese pesano sulle materie prime che hanno acuito la discesa iniziata venerdì. In particolare l’oro è anche oggi in forte difficoltà è ha toccato un minimo oa oltre 2 anni sotto quota 1.400 dollari l’oncia. Minimi 2013 per il petrolio Wti sceso sotto la soglia dei 90 dollari al barile.

Movimento accentuato anche per lo yen che si allontana dai minimi a 4 anni toccati giovedì scorso. Il cross $/Y è sceso in area 97,9 (toccato minimo intraday a 97,54) complici anche gli ultimi deboli riscontri arrivati dalla congiuntura Usa. Secondo le anticipazioni diffuse da Bloomberg News domani il nuovo outlook del Fondo Monetario internazionale evidenzierà un taglio delle stime di crescita della prima economia mondiale nel 2013 da +2% a +1,7%. Sulla svalutazione dello yen venerdì si è espresso il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti sollecitando il Giappone ad astenersi dal mettere in atto svalutazioni competitive. Nel rapporto semi-annuale sulle valute il Tesoro statunitense ha caldeggiato il rispetto degli impegni internazionali per rimanere orientati verso il raggiungimento dei rispettivi obiettivi nazionali con strumenti domestici astenendosi da svalutazioni competitive o fissazioni di target per il tasso di cambio.

Per quanto riguarda l’euro, il cross con il dollaro si mantiene a ridosso di quota 1,31 dollari. “In attesa di chiarirci le idee circa la direzionalità dell’euro – commentano oggi gli analisti di CMC Markets – dal punto di vista tecnico possiamo dire che il principale ostacolo ad un ritorno verso 1,3235 è rappresentato dal superamento di 1,3160: per modificare questa tendenza occorrerebbe un’inversione di marcia sotto 1,3000”.