Pil Cina cresce al ritmo più basso da 24 anni, ma ci sono primi effetti stimoli e Shanghai rimbalza
La crescita della Cina rallenta attestandosi a ritmi di crescita più bassi degli ultimi 24 anni. Il 2014 si è infatti chiuso con Pil cinese in crescita “solo” del 7,4%, in rallentamento rispetto al 7,7% dell’anno prima e pari al tasso di espansione più basso dal 1990. L’economia dell’ex Celeste Impero mostra comunque segnali di salute con produzione industriale e vendite al dettaglio migliori delle attese a dicembre e la Borsa cinese ha accolto positivamente i riscontri arrivati oggi rimbalzando dopo il forte calo della vigilia.
Segnali di forza da produzione industriale e vendite al dettaglio
Il prodotto interno lordo cinese è cresciuto nel quarto trimestre del 7,3%, sostanzialmente in linea con le previsioni del trimestre precedente e leggermente superiore alle stime degli analisti ferme al 7,2%. La produzione industriale in Cina è salita a dicembre del 7,9% annuo dal +7,2% della precedente rilevazione e contro un’attesa di un +7,4%. Meglio delle attese anche le vendite al dettaglio cresciute a dicembre dell’11,9% su base annua contro l’aumento dell’11,7% della precedente rilevazione. Le attese erano per un incremento dell’11,7%.
Il prodotto interno lordo cinese è cresciuto nel quarto trimestre del 7,3%, sostanzialmente in linea con le previsioni del trimestre precedente e leggermente superiore alle stime degli analisti ferme al 7,2%. La produzione industriale in Cina è salita a dicembre del 7,9% annuo dal +7,2% della precedente rilevazione e contro un’attesa di un +7,4%. Meglio delle attese anche le vendite al dettaglio cresciute a dicembre dell’11,9% su base annua contro l’aumento dell’11,7% della precedente rilevazione. Le attese erano per un incremento dell’11,7%.
Shanghai torna a correre
Il mercato continua a credere che gli stimoli monetari messi in atto dalla People’s Bank of China permetteranno alla Cina di evitare un rallentamento eccessivo della crescita. Inoltre Pechino trova sponda nel crollo dei prezzi del petrolio, di cui il paese è un importatore netto, che dovrebbe comportare anche un rallentamento dell’inflazione favorendo quindi l’implementazione della politica monetaria espansiva da parte della banca centrale cinese.
Il mercato continua a credere che gli stimoli monetari messi in atto dalla People’s Bank of China permetteranno alla Cina di evitare un rallentamento eccessivo della crescita. Inoltre Pechino trova sponda nel crollo dei prezzi del petrolio, di cui il paese è un importatore netto, che dovrebbe comportare anche un rallentamento dell’inflazione favorendo quindi l’implementazione della politica monetaria espansiva da parte della banca centrale cinese.
Oggi la Borsa di Shanghai ha ripreso a salire dopo il tonfo di quasi l’8% registrato nella seduta di ieri. L’indice Shanghai Composite è avanzato dell’1,82% attestandosi a 3.173,05 punti. Negli ultimi 6 mesi l’indice azionario cinese ha guadagnato oltre il 54% con un +30% negli ultimi 2 mesi del 2014.
Economia vista in rallentamento anche quest’anno
Oggi il Fondo Monetario Internazionale, che ha rivisto al ribasso le stime di crescita globale, ha tagliato anche le previsioni sulla Cina prevedendo un +6,8% del Pil 2015 e del 6,3% nel 2016 ritenendo comunque che per Pechino si tratterà di un “rallentamento ordinato”.
Per quest’anno e gli anni a venire il presidente cinese Xi Jinping ha già anticipato che il tasso di crescita del Paese potrebbe rallentare in area 7% rispetto al target di crescita del 7,5% che Pechino aveva indicato fino al 2014. Secondo la Bank of China, quarta maggiore banca del Paese, il prossimo anno il target potrebbe essere ridotto proprio al 7%. Anche Standard & Poor’s prevede che nei prossimi 12 mesi il Pil cinese segnerà un progresso intorno al 7%, con però probabilità intorno al 25% che il rallentamento si più acuto con crescita intorno al 6%.