Piazza Affari sui massimi dal 2011: mercato apprezza novità Renzi, ma medio-lungo termine come reagirà? (analisti)

Piazza Affari corre sui massimi dal 2011 nonostante i dati sul Pil del quarto trimestre non abbiano brillato. Il Ftse Mib, che ora guadagna circa l'1,5% a 20.412 punti, ha aggiornato nel corso della seduta i massimi dal 5 luglio 2011, a quota 20.420 punti.
"La miglior performance del Ftse Mib è diretta conseguenza delle vicende politiche interne" afferma Vincenzo Longo, market strategist di Ig, aggiungendo che "il mercato, nel brevissimo termine, potrebbe anche apprezzare il passaggio del testimone tra l'attuale premier, Enrico Letta, e il segretario del Pd, Matteo Renzi". Ma avverte: "la mancanza di un consenso popolare potrebbe però costituire un elemento di debolezza per il governo nel medio-lungo termine". Longo rimarca che "il passaggio elettorale con una legge in grado di garantire un'ampia maggioranza avrebbe costituito un elemento di forza per una legislatura più duratura e questa soluzione sarebbe stata più gradita ai mercati. Rispetto agli ultimi due anni, questa volta il cambio al vertice non è stato accompagnato da una sfiducia da parte degli investitori. Anzi, il Paese è riuscito a strappare nuovi record nelle recenti emissioni di titoli di Stato e il clima di fiducia con gli investitori esteri si è sensibilmente rafforzato dopo lo scossone di fine settembre, complice le nuove aspettative di crescita, le manovre della Bce e il rallentamento dell'inflazione".
Il mercato ha voglia di mosse concrete, si attende infatti che il governo acceleri il processo di riforme avviato da Letta, sfide impegnative. "Il nodo debito, spesa pubblica e lavoro saranno quelli più importanti, mentre sul fronte crescita, saranno più le misure accomodanti della Bce a essere determinanti per la ripresa dell'eurozona" conclude Longo.
"La miglior performance del Ftse Mib è diretta conseguenza delle vicende politiche interne" afferma Vincenzo Longo, market strategist di Ig, aggiungendo che "il mercato, nel brevissimo termine, potrebbe anche apprezzare il passaggio del testimone tra l'attuale premier, Enrico Letta, e il segretario del Pd, Matteo Renzi". Ma avverte: "la mancanza di un consenso popolare potrebbe però costituire un elemento di debolezza per il governo nel medio-lungo termine". Longo rimarca che "il passaggio elettorale con una legge in grado di garantire un'ampia maggioranza avrebbe costituito un elemento di forza per una legislatura più duratura e questa soluzione sarebbe stata più gradita ai mercati. Rispetto agli ultimi due anni, questa volta il cambio al vertice non è stato accompagnato da una sfiducia da parte degli investitori. Anzi, il Paese è riuscito a strappare nuovi record nelle recenti emissioni di titoli di Stato e il clima di fiducia con gli investitori esteri si è sensibilmente rafforzato dopo lo scossone di fine settembre, complice le nuove aspettative di crescita, le manovre della Bce e il rallentamento dell'inflazione".
Il mercato ha voglia di mosse concrete, si attende infatti che il governo acceleri il processo di riforme avviato da Letta, sfide impegnative. "Il nodo debito, spesa pubblica e lavoro saranno quelli più importanti, mentre sul fronte crescita, saranno più le misure accomodanti della Bce a essere determinanti per la ripresa dell'eurozona" conclude Longo.