Piazza Affari sotto stress nell’ultima seduta prima delle elezioni, ma lo spread rimane tranquillo
Nell’ultima seduta prima delle elezioni in Italia, Piazza Affari si muove in territorio negativo, in linea con i listini europei. Dopo i primi scambi l’indice Ftse Mib cede l’1,03% a quota 22.155 punti. Intanto sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund rimane sordo alle tensioni pre-voto, muovendosi sotto area 130 punti, mentre il rendimento sul titolo decennale italiano continua a scivolare sotto il 2% (1,92%). Più che le elezioni italiane, sul mercato si continua a temere un’accelerazione della Federal Reserve sul fronte rialzo tassi e preoccupa anche l’elevato debito Usa. Ieri il presidente della Fed, Jerome Powell, ha cercato di smorzare i toni da falco sottolineando come non ci siano prove che l’economia si stia surriscaldando e ha enfatizzato la necessità di procedere a rialzi dei tassi in modo “graduale”. Ieri sera Wall Street ha chiuso comunque in deciso ribasso e le vendite sono proseguite anche questa mattina sui listini asiatici, con Tokyo che ha ceduto il 2,5%, complice l’annuncio di dazi del 10% su alluminio e del 25% sull’ acciaio da parte degli Stati Uniti.
Tra i titoli di Piazza Affari, male soprattutto Fiat Chrysler (Fca) che cede 4 punti percentuali con i dati sulle immatricolazioni in Italia che hanno visto il gruppo del Lingotto fare peggio del mercato. Si guarda anche al dossier Magneti Marelli con le ultime indiscrezioni del Sole 24 Ore che vedono tra le possibili opzioni non solo l’Ipo, ma anche la cessione con una cordata con Cdp che avrebbe mostrato interesse per il dossier, probabilmente insieme a Brembo.
Male anche Atlantia (-1,7%) in attesa dei risultati 2017. Acquisti invece su Telecom Italia (+0,7%), dopo che gli analisti di Bernstein hanno alzato la raccomandazione sul titolo a outperform. Dopo una partenza positiva, Tenaris di muove piatta (-0,14%) in scia all’annuncio dei dazi su acciaio e alluminio negli Stati Uniti. Il gruppo dei tubi per il petrolio e gas infatti potrebbe trarre beneficio dall’innalzamento delle tariffe e quindi dell’aumento dei prezzi dei tubi e al fatto che sta producendo negli Usa grazie al nuovo impianto di Bay City, in Texas.