Piazza Affari scivola con le banche. Mediobanca: sui conti pesano le svalutazioni, titolo giù ma da inizio agosto il rialzo è super
Le vendite stanno colpendo forte le banche che a loro volta trascinano al ribasso l’indice Ftse Mib, in calo di oltre 2 punti percentuali a sotto quota 15.800 punti. Già dai primi scambi l’intonazione del comparto bancario era rivolta verso il basso, ma ora le perdite sono aumentate di intensità: Monte dei Paschi cede quasi il 6% a 0,233 euro, Banco Popolare il 4,50% a 1,202 euro, Popolare di Milano il 4,50% a 0,428 euro, Bper il 4,50% a 4,65 euro, Intesa SanPaolo il 4,40% a 1,213 euro, Unicredit il 4% a 3,40 euro, Ubi Banca il 3,40% a 3,03 euro. Emblematico il caso di Mediobanca, che questa mattina aveva toccato un massimo intraday a 4,39 euro viaggiando in testa all’indice Ftse Mib.
Il titolo di piazzetta Cuccia lascia ora sul parterre circa 4 punti percentuali a 4,06 euro (ma dal 2 agosto il titolo Mediobanca ha messo a segno un rimbalzo di circa 70 punti percentuali) in scia all’uscita dei conti dell’esercizio 2011-2012, archiviato con un utile di 80,9 milioni di euro, in flessione del 78,1% rispetto al precedente esercizio. Sul risultato hanno impattato svalutazioni per 573 milioni di euro legate alle partecipazioni in portafoglio. Nel solo quarto trimestre l’istituto milanese ha registrato una perdita di 24 milioni di euro. A fine giugno il Core Tier 1 è salito all’11,5% dall’11,1% di fine marzo.
Nell’intero esercizio l’utile lordo bancario è risultato in crescita del 6% (562,8 milioni di euro contro 531,8 milioni) per il positivo apporto del corporate e investment banking (466,3 milioni contro 472,7 milioni) e del retail private banking (da 79,9 a 119,2 milioni).
Tornando alle svalutazioni che, come si diceva, hanno impattato in maniera decisa sul risultato netto di Mediobanca, per 191 milioni hanno interessato alcune partecipazioni strategiche come Telco (113,3 milioni di euro) e Rcs (77,7 milioni). Sui titoli disponibili per la vendita le svalutazioni sono ammontate a 382 milioni, di cui 141,1 milioni relative a titoli greci e 132,7 milioni ai cashes di Unicredit.