Notizie Notizie Italia Piazza Affari parla arabo, Unicredit e Intesa escono dal LSE. Plusvalenza per 225 milioni

Piazza Affari parla arabo, Unicredit e Intesa escono dal LSE. Plusvalenza per 225 milioni

23 Maggio 2012 08:19

Unicredit e Intesa SanPaolo, i due principali gruppi bancari del Paese, escono definitivamente dal capitale del London Stock Exchange, la società che controlla anche Borsa Italiana. E’ sostanzialmente la fine di un processo iniziato nel 2007, quando Borsa Spa si fuse con l’LSE. Post fusione i soci italiani detenevano una quota di circa il 28% nella nuova società, che gestisce il listino londinese e quello milanese. Dopo l’uscita di Unicredit e Intesa, la quota in mani italiane si è ridotta ad un misero 3%, controllato da Banca Sella, Finnat e Emittente Titoli.

Con l’addio dei soci italiani a Piazza Affari, l’asse di comando del London Stock Exchange è sbilanciato verso il Medio-Oriente: l’azionista di riferimento è la Borsa di Dubai con una quota pari al 20,6%, mentre il fondo sovrano del Qatar (Qatar Investment Authority) ha il 15 per cento. E non è da escludere che parte delle quote vendute da Intesa e Unicredit sia finita nelle mani degli investitori arabi.

Nel dettaglio Intesa SanPaolo ha perfezionato questa mattina la cessione di circa 14,5 milioni di azioni ordinarie detenute in London Stock Exchange, pari al 5,4% del capitale del gruppo che controlla Borsa Italiana, al prezzo di 960 pence per ogni azione ordinaria. Unicredit ha invece ceduto 16,6 milioni di azioni, pari al 6,1% del capitale. Il corrispettivo complessivo per Intesa è risultato pari a 172,5 milioni di euro ed ha comportato per la banca un contributo positivo in termini di utile netto consolidato di circa 105 milioni di euro.

Il corrispettivo per Unicredit è invece risultato pari a 197,6 milioni di euro e la plusvalenza per piazza Cordusio è pari a circa 120 milioni. Per perfezionare l’operazione, i due istituti italiani si sono avvalsi di Morgan Stanley International in qualità di bookrunner. Banca Imi, Unicredit Bank AG, London Branch hanno agito in qualità di passive joint-bookrunners nel contesto dell’operazione.