Piazza Affari maglia nera d’Europa, banche in rosso. Il Btp decennale rende oltre il 6%
Piazza Affari si conferma la peggiore d’Europa e sul secondario il rendimento del bond decennale italiano si porta sopra il 6%. La paura che serpeggia nelle sale operative è che l’Italia diventi il prossimo focolaio di crisi della zona euro. Come dimostrato da un report di Citigroup pubblicato ieri e raccolto da Finanza.com. Secondo il broker americano, viste le deboli prospettive dell’economia italiana “il Paese rimane suscettibile alle oscillazioni dei rendimenti e con un aggravarsi delle tensioni sui mercati finanziari l’Italia chiederà con molte probabilità qualche forma di intervento da parte di Bce, EFSF/ESM e Fondo monetario internazionale”.
L’euforia per il piano Ue da 100 miliardi di euro che servirà a ricapitalizzare le banche spagnole è durato lo spazio di una mattinata. Poi ieri, intorno a mezzogiorno, le Borse continentali hanno iniziato a perdere terreno ma Milano ha fatto registrare decisamente la peggiore performance affossata dalla caduta dei titoli bancari. Banche che anche questa mattina sono preda delle vendite: Intesa SanPaolo cede l’1,85% a 1,014 euro, Ubi Banca il 2,10% a 2,342 euro, Monte dei Paschi il 2% a 0,20 euro, Banco Popolare il 2% a 0,896 euro, Unicredit l’1,50% a 2,45 euro. E così a Piazza Affari l’indice Ftse Mib cede lo 0,80% a 12.970 punti, mentre il Ftse All Share arretra dello 0,75% a quota 13.950.
Meglio le altre piazze finanziarie del Vecchio Continente: a Francoforte il Dax guadagna lo 0,30%, a Parigi il Cac 40 avanza dello 0,40%, a Londra il Ftse 100 mostra un progresso dello 0,30%. Negativa Madrid, dove l’indice Ibex 35 lascia sul parterre lo 0,20%. Questa mattina è arrivato l’allarme di Christine Lagarde. Il numero uno del Fondo monetario internazionale ha dichiarato che se saranno necessarie nuove misure per salvare l’Eurozona, occorre vararle subito, “in meno di tre mesi”. Lagarde ha poi precisato: “non sto fissando un termine ultimo entro il quale tutta la situazione debba sbrogliarsi”.
Sullo sfondo la febbrile attesa per le elezioni greche di domenica 17 giugno. Gli investitori hanno già deciso: è quello il vero referendum per decidere la permanenza di Atena nella zona euro.