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Piazza Affari in calo, pesa ancora la debolezza del petrolio

Pubblicato 11 Dicembre 2015 Aggiornato 19 Luglio 2022 14:39
Chiusura della settimana nuovamente in calo a Piazza Affari per l'indice FTSE Mib che chiude in calo di 1,84 punti percentuali a 21.015 punti, pagando il nuovo calo del prezzo del petrolio. Particolare debolezza mostra il comparto bancario, con BPER (-3,78%), Mediolanum (-3,28%), Banca Mps (-3,53%) e Mediobanca (-2,15%).

Anche il risparmio gestito viene contagiato dal generale calo della forza dei compratori, con il titolo Anima Holding segnalato come il peggiore del maggior indice italiano (-6,00% a 7,91 euro). Il mercato sembrerebbe non tenere conto dei risultati positivi giunti dalla raccolta netta relativa a novembre, attestatasi a circa 540 milioni di euro. Il totale da inizio anno è di circa 8,3 miliardi di euro. Il totale delle masse gestite a fine novembre è di circa 67,8 miliardi di euro, con un aumento di circa il 19% sul dato di fine novembre 2014.

L'ulteriore debolezza mostrato quest'oggi dal prezzo del petrolio ha trainato con se i titoli del comparto. Il future Wti nella giornata si è portato sotto quota 36 dollari al barile, per la prima volta da sette anni. In calo anche il Brent che scivola sotto i 39 dollari al barile.

Il calo è arrivato dopo che ieri sera l'Opec ha diffuso i nuovi dati di estrazione, secondo cui la produzione dell'ultimo mese ha segnato un'ulteriore crescita di 230 mila barili al giorno toccando quota 31,965 milioni di barili al giorno. Un livello produttivo che gli analisti reputano eccessivo e che spingerà al ribasso il greggio ancora a lungo.

In questo quadro, il titolo Eni ha perso il 2,57% a 13,64 euro, Saipem il 2,03% a 7,47 euro, mentre Tenaris il 2,34% a 10,85 euro.

Nella giornata sono stati diffusi diversi dati macroeconomici americani. La fiducia dei consumatori degli Stati Uniti elaborata dall'Università del Michigan si è attestata a dicembre, in versione preliminare, a 91,8 punti (dai 91,3 di novembre). Gli analisti avevano stimato una fiducia a 92 punti. Le scorte delle società statunitensi sono rimaste invariate a ottobre, dopo un aumento dello 0,3% del mese precedente. Infine l'indice dei prezzi alla produzione ha segnato a novembre un rialzo dello 0,3% rispetto al mese precedente e un calo dell'1,1% su base annuale. Gli analisti avevano stimato prezzi alla produzione invariati su base mensile e in calo dell'1,4% rispetto a novembre 2014.

Sul fronte italiano, a ottobre l'indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dello 0,5% rispetto a settembre. Battute le attese che erano ferme a +0,3% (consensus Bloomberg). Nella media del trimestre agosto-ottobre 2015 la produzione è cresciuta dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, a ottobre 2015 l'indice è aumentato in termini tendenziali del 2,9% (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 23 di ottobre 2014).