A Piazza Affari domina il Banco, Generali indossa la maglia nera. Mediaset volatile

A Piazza Affari gli investitori sono tornati a focalizzarsi sulle singole storie societarie. Dopo mesi dedicati alla crisi del debito sovrano, la tornata dei bilanci 2011 ha messo sotto la lente degli analisti i fondamentali delle aziende quotate e le loro previsioni sui prossimi anni. La dimostrazione di questa inversione di tendenza è data dalla forte reazione borsistica dei singoli titoli all’uscita dei conti 2011.
Banco Popolare. A svettare oggi sul paniere principale di Piazza Affari è il Banco Popolare, che mostra un progresso del 4% a 1,663 euro all’indomani della pubblicazione dei risultati 2011. L’istituto scaligero, dopo una maxi svalutazione degli avviamenti per 2,8 miliardi di euro, ha archiviato il 2011 con un rosso di 2,25 miliardi. Al netto delle svalutazioni, l’utile consolidato del Banco è salito a 574 milioni di euro dai 308 milioni dell’esercizio precedente. Il Core Tier 1 si è attestato al 7,1% (7,3% tenendo conto del buyback dei titoli ibridi). Il consigliere delegato, Pier Francesco Saviotti, ha spiegato che l’obiettivo è quello di raggiungere entro giugno un Core Tier 1 del 9% senza la conversione del soft mandatory da 1 miliardo di euro. “Sul tema del capitale il management ha confermato le recenti indicazioni di riuscire a soddisfare i requisiti patrimoniali grazie ad una maggiore liberazione dei modelli avanzati e senza la conversione del convertibile”, fa notare Intermonte che ribadisce la raccomandazione positiva sul Banco portando il target a 1,9 da 1,8 euro.
Generali. Di contro Generali indossa la maglia nera con un ribasso del 2,60% a 12,82 euro in scia a risultati poco entusiasmanti. La compagnia assicurativa ha registrato un utile netto pari a 856 milioni, dato che si raffronta agli 1,7 miliardi ottenuti nell’esercizio 2010. Sul risultato hanno influito svalutazioni straordinarie nette per 1,017 miliardi riferibili in particolare ai titoli governativi greci e a Telco. Il risultato operativo consolidato si è attestato a quota 3,9 miliardi di euro, dato sostanzialmente in linea con i 4,1 miliardi dell’esercizio precedente. Forte crescita del risultato nel settore danni (+38,3%). In flessione invece il risultato del comparto vita (-16%), un dato che “riflette l’andamento del margine finanziario”. L’indicatore solvency 1 è risalito al 132% al primo marzo 2012, sostanzialmente per effetto del restringimento degli spread sui titoli governativi italiani. Più che dimezzato il dividendo: 0,20 euro contro la cedola di 0,45 euro del precedente esercizio.
Mediaset. Molto volatile in Borsa all’indomani della pubblicazione dei risultati 2011. Il titolo del Biscione, che nei primi scambi viaggiava sul fondo del Ftse Mib, ha prima virato in territorio positivo per poi tornare a cedere lo 0,30% a 2,29 euro. I risultati dell’esercizio 2011 sono stati deboli come da attese: i ricavi sono rimasti stabili a 4,25 miliardi di euro, l’utile netto è calato del 36% a 225 milioni di euro, il dividendo è stato tagliato a 0,10 euro dalla cedola di 0,35 euro distribuita nel 2010. La raccolta pubblicitaria è scesa del 3,3%, meglio comunque del -4,2% fatto registrare dall’intero mercato italiano, a 2,77 miliardi dai 2,86 miliardi del 2010.
Mediaset Premium, la pay-tv di Cologno Monzese, ha archiviato il 2011 con una perdita di 69 milioni di euro. Il gruppo televisivo controllato dalla famiglia Berlusconi ha confermato il taglio dei costi del 3-5% sul 2012: al 2014 il programma di “cost cutting” varato da Mediaset prevede un risparmio di circa 250 milioni di euro. “Peggioriamo la stima di raccolta sull’anno da -3,9% a -5% – scrive Equita nella nota odierna – e limiamo le stime di utile 2012 del 2% e del dividendo da 0,12 a 0,10 euro”. La sim milanese sottolinea come non siano emersi target sul debito atteso a fine anno e spunti sulle attività internet da implementare”. Equita conferma la sua view cauta sul titolo Mediaset, ribadendo la raccomandazione reduce con target price a 2,2 euro.