Piazza Affari chiude in profondo rosso, crolla Saipem. Soffre anche Eni. Tonfo di Mps
La Borsa di Milano ha chiuso in deciso ribasso pagando il crollo di Saipem che ha trascinato in ribasso anche la controllante Eni. Dopo numerose sedute in positivo, sono inoltre tornate le vendite sul comparto bancario. A peggiorare il sentiment il Pil statunitense del quarto trimestre del 2012, sceso dello 0,1% contro attese che indicavano un rialzo dell'1,1%. Si tratta del peggior dato dal secondo trimestre del 2009. La giornata dei mercati era però iniziata bene con l'indice Nikkei che aveva chiuso ai massimi da 33 mesi dopo l'approvazione da parte del governo giapponese di un budget da 1.000 miliardi di dollari, che si aggiunge al pacchetto di stimolo fiscale già varato. Ora l'attenzione degli investitori si sposta sulla prima riunione della Fed nel 2013, in programma stasera, e sull'atteggiamento della Banca centrale Usa sul programma di allentamento monetario. In questo quadro a Piazza Affari l'indice Ftse Mib ha ceduto il 3,36% a 17.289 euro.
Pesante crollo di Saipem che ha lasciato sul parterre il 34,29% a 20,01 euro. In una sola seduta il titolo è tornato sui minimi del settembre 2009. La controllata di Eni ha lanciato un profit warning per il periodo 2012-2013 e questa mattina sono arrivati una valanga di downgrade da parte delle case d'affari. La revisione al ribasso delle stime ha impattato anche su Eni (-4,71% a 18,40 euro). Sono tornate le vendite sul Monte dei Paschi (-9,46% a 0,242 euro). In rosso anche il resto del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto il 3,72% a 1,502 euro, Unicredit il 3,71% a 4,618 euro, Mediobanca il 2,43% a 5,425 euro, Ubi Banca il 3,10% a 3,808 euro, Intesa SanPaolo l'1,64% a 1,499 euro. Fiat, dopo uno scatto in scia ai conti, ha virato al ribasso e ha ceduto il 4,83% a 4,456 euro. Il Lingotto ha chiuso il 2012 con un utile netto di 1,41 miliardi di euro superando le attese degli analisti che, in media, si aspettavano profitti per 1,3 miliardi. Nel precedente esercizio l'utile netto si era attestato a 1,65 miliardi. Esclusa Chrysler si rileva una perdita pari a 1,04 miliardi di euro. In decisa controtendenza Luxottica che ha svettato sul paniere principale con un rialzo del 2,26% a 34,36 euro dopo aver registrato ricavi record nel 2012.
Pesante crollo di Saipem che ha lasciato sul parterre il 34,29% a 20,01 euro. In una sola seduta il titolo è tornato sui minimi del settembre 2009. La controllata di Eni ha lanciato un profit warning per il periodo 2012-2013 e questa mattina sono arrivati una valanga di downgrade da parte delle case d'affari. La revisione al ribasso delle stime ha impattato anche su Eni (-4,71% a 18,40 euro). Sono tornate le vendite sul Monte dei Paschi (-9,46% a 0,242 euro). In rosso anche il resto del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto il 3,72% a 1,502 euro, Unicredit il 3,71% a 4,618 euro, Mediobanca il 2,43% a 5,425 euro, Ubi Banca il 3,10% a 3,808 euro, Intesa SanPaolo l'1,64% a 1,499 euro. Fiat, dopo uno scatto in scia ai conti, ha virato al ribasso e ha ceduto il 4,83% a 4,456 euro. Il Lingotto ha chiuso il 2012 con un utile netto di 1,41 miliardi di euro superando le attese degli analisti che, in media, si aspettavano profitti per 1,3 miliardi. Nel precedente esercizio l'utile netto si era attestato a 1,65 miliardi. Esclusa Chrysler si rileva una perdita pari a 1,04 miliardi di euro. In decisa controtendenza Luxottica che ha svettato sul paniere principale con un rialzo del 2,26% a 34,36 euro dopo aver registrato ricavi record nel 2012.