Piazza Affari chiude in deciso ribasso, forti vendite su FCA e Eni
Piazza Affari ha chiuso in ribasso appesantita dai forti ribassi di FCA, Telecom Italia e del settore petrolifero, oltre alla debolezza del comparto bancario. I dati sul mercato del lavoro Usa hanno mostrato la creazione di 215 mila nuovi posti a marzo, oltre le attese che indicavano 205 mila. Sopra le aspettative anche la crescita dei salari (+2,3%). Dati che però non portano ad aspettative di rialzi imminenti dei tassi, soprattutto alla luce delle recenti dichiarazioni di Janet Yellen che tre giorni ha fatto sapere che la Fed procederà con grande cautela nel processo di normalizzazione di politica monetaria. L'altro fattore destabilizzante è stata la caduta del greggio dopo che l'Arabia Saudita ha fatto sapere che congelerà la produzione solamente se lo farà anche l'Iran. Improbabile visto che Teheran si è da poco trovata libera dalle sanzioni internazionali. A New York il petrolio Wti lascia sul parterre il 3% in area 37 dollari al barile. In questo quadro a Piazza Affari l'indice Ftse Mib ha perso l'1,88% a 17.776 punti.
Tonfo di FCA (-4,86% a 6,755 euro) dopo la chiusura di Sergio Marchionne ad una possibile alleanza tra FCA e Psa. Intervenuto ieri a margine di un forum a Chicago, il numero uno del Lingotto ha dichiarato che il matrimonio con Psa avrebbe vantaggi troppo bassi. Negli Stati Uniti a marzo FCA ha venduto 213.187 autovetture, l'8% in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno (197.261 unità). Si tratta del miglior mese di marzo degli ultimi dieci anni. Ma le attese, secondo il consensus Bloomberg, erano per un rialzo molto più sostenuto (circa +14%). Male il comparto petrolifero, in primis Eni (-3,83% a 12,79 euro), in scia allo scivolone del greggio dopo le dichiarazioni arrivate dall'Arabia Saudita: il vice principe Mohammed bin Salman ha fatto sapere che l'Arabia congelerà la produzione di petrolio solamente se l'Iran seguirà la stessa strada. Nel settore oil vendite anche su Tenaris che ha ceduto l'1,19% a 10,82 euro.
Tra le banche ennesimo scivolone del Banco Popolare (-4,63% a 5,765 euro) che ha aggiornato anche oggi i minimi storici a 6,68 euro. Nel settore bancario vendite anche su Popolare di Milano (-1,79% a 0,603 euro), Intesa SanPaolo (-2,55% a 2,372 euro) e Unicredit (-2,21% a 3,10 euro). Tonfo di Telecom Italia (-3,48% a 0,915 euro) con l'Agcom che ha deciso di bloccare la modifica delle tariffe telefoniche del servizio di base di Telecom Italia (offerta TIM Consumer Voce). Secondo l'Agcom l'aumento del 300% del prezzo delle chiamate nazionali da linea tradizionale non appare giustificato da condizioni economiche generali, quali l'andamento dei prezzi al consumo o l'aumento del potere di acquisto degli italiani. Infine, debutto in rosso sul Ftse Mib per FinekoBank che ha chiuso la seduta con un ribasso del 2,30% a 7,23 euro.
Tonfo di FCA (-4,86% a 6,755 euro) dopo la chiusura di Sergio Marchionne ad una possibile alleanza tra FCA e Psa. Intervenuto ieri a margine di un forum a Chicago, il numero uno del Lingotto ha dichiarato che il matrimonio con Psa avrebbe vantaggi troppo bassi. Negli Stati Uniti a marzo FCA ha venduto 213.187 autovetture, l'8% in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno (197.261 unità). Si tratta del miglior mese di marzo degli ultimi dieci anni. Ma le attese, secondo il consensus Bloomberg, erano per un rialzo molto più sostenuto (circa +14%). Male il comparto petrolifero, in primis Eni (-3,83% a 12,79 euro), in scia allo scivolone del greggio dopo le dichiarazioni arrivate dall'Arabia Saudita: il vice principe Mohammed bin Salman ha fatto sapere che l'Arabia congelerà la produzione di petrolio solamente se l'Iran seguirà la stessa strada. Nel settore oil vendite anche su Tenaris che ha ceduto l'1,19% a 10,82 euro.
Tra le banche ennesimo scivolone del Banco Popolare (-4,63% a 5,765 euro) che ha aggiornato anche oggi i minimi storici a 6,68 euro. Nel settore bancario vendite anche su Popolare di Milano (-1,79% a 0,603 euro), Intesa SanPaolo (-2,55% a 2,372 euro) e Unicredit (-2,21% a 3,10 euro). Tonfo di Telecom Italia (-3,48% a 0,915 euro) con l'Agcom che ha deciso di bloccare la modifica delle tariffe telefoniche del servizio di base di Telecom Italia (offerta TIM Consumer Voce). Secondo l'Agcom l'aumento del 300% del prezzo delle chiamate nazionali da linea tradizionale non appare giustificato da condizioni economiche generali, quali l'andamento dei prezzi al consumo o l'aumento del potere di acquisto degli italiani. Infine, debutto in rosso sul Ftse Mib per FinekoBank che ha chiuso la seduta con un ribasso del 2,30% a 7,23 euro.