News Notizie Italia Piazza Affari chiude debole, vendite su Fca e titoli oil

Piazza Affari chiude debole, vendite su Fca e titoli oil

Pubblicato 1 Dicembre 2015 Aggiornato 19 Luglio 2022 15:54
Piazza Affari ha chiuso in ribasso una seduta senza grandi scossoni con gli investitori che aspettano le prossime mosse della Bce, che si riunirà giovedì 3 dicembre. Dalla Cina è arrivato l'ennesimo segnale preoccupante dalla manifattura. L'indice Pmi manifatturiero di Pechino a novembre è scivolato a 49,6 punti, il livello più basso degli ultimi tre anni. Si tratta del quarto mese consecutivo sotto la soglia dei 50 punti. Negli Stati Uniti l'indice Ism manifatturiero di novembre si è attestato a 48,1 punti, peggio delle attese che indicavano 50,5 punti. In questo quadro a Piazza Affari l'indice Ftse Mib ha ceduto lo 0,60% a 22.581 punti.
FCA (-1,4% a 13,33 euro) debole nonostante a novembre abbia venduto negli Stati Uniti 175.974 vetture, che rappresentano un aumento del 3% rispetto allo stesso mese dello scorso anno (170.839 unità) e il miglior novembre dal 2000. Si tratta del 68°esimo mese consecutivo di crescita delle vendite negli Stati Uniti per il Lingotto. I prezzi sempre bassi del petrolio si sono sentiti ancora una volta a Piazza Affari: in particolare, nel comparto oil, le vendite hanno colpito Eni (-1,10%) e Tenaris (-3,05%). Tra le banche invece si sono visti spunti positivi: Popolare dell'Emilia Romagna ha guadagnato il 2,54% e Popolare di Milano l'1,36%.

Buona la performance dei titoli del settore del lusso che ha visto Ferragamo e Moncler salire rispettivamente delll'1% e dell'1,52%. Sotto i riflettori Telecom Italia (-1,96% a 1,20 euro) con l'assemblea del 15 dicembre che dovrà votare la conversione delle azioni risparmio e l'eventuale allargamento del Cda per far entrare i quattro rappresentati proposti da Vivendi, tra cui il Ceo Arnaud de Puyfontaine. La proposta del colosso francese, primo azionista di Telecom Italia con un quota di circa il 20%, si scontra con l'opposizione dei fondi.