Piazza Affari: banche ancora nel mirino, Mps si conferma la peggiore
Banche ancora nel mirino a Piazza Affari. Dopo lo scivolone di ieri, con l’indice FTSE Italia Banks che aveva lasciato sul parterre oltre 5,5 punti percentuali, nei primi scambi di oggi sembrava essere tornato un po’ di sereno sul settore finanziario del listino milanese. Sono bastati pochi minuti per far scattare una nuova ondata di vendite che ha portato ad una serie di stop dagli scambi per i titoli bancari. La più colpita è ancora una volta Mps che, dopo aver perso oltre 40 punti percentuali da inizio anno, in questo momento è congelata con un tonfo teorico di oltre 8 punti percentuali.
Le vendite si concentrano soprattutto sui titoli delle banche che hanno confermato l’avvio dell’indagine da parte della Bce sui loro crediti deteriorati. Ecco quindi che Banco Popolare perde il 6,30% a 9,75 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 7,10% a 5,245 euro, Popolare di Milano il 4,70% a 0,777 euro e Unicredit il 3,20% a 4,03 euro. Viaggiano invece in territorio positivo Mediobanca, che mostra un progresso dello 0,90% a 7,525 euro, e Intesa SanPaolo, che avanza dello 0,80% a 2,682 euro.
Focus Mps. Dopo il tracollo di ieri (-14,8%), la Consob ha vietato per la seduta odierna le vendite allo scoperto sul titolo Mps. Il 2016 di Mps a Piazza Affari finora è stato disastroso: in sole undici sedute Rocca Salimbeni ha perso oltre 40 punti percentuali, che equivalgono a più di 1 miliardo di euro di capitalizzazione. Nuovamente aggiornati i minimi storici a 0,703 euro.
Negli ultimi sei mesi è andata in fumo la maxi ricapitalizzazione da 3 miliardi di euro portata a termine la scorsa estate. Ieri un articolo di Affari & Finanza de La Repubblica ha evidenziato le difficoltà di Rocca Salimbeni a trovare un partner per una futura, e necessaria secondo la Bce, aggregazione. Le nozze con un’altra banca sembrano quindi molto lontane. Secondo l’inserto del quotidiano romano, gli advisor Ubs e Citigroup in sei mesi non hanno trovato l’interesse concreto di un partner.