Piazza Affari: altra seduta di vendite per il Ftse Mib (-1,3%), bancari in controtendenza
Seduta da dimenticare per Piazza Affari con il Ftse Mib che chiude gli scambi in ribasso dell’1,3% a 20.773,3 punti, proseguendo la debolezza di venerdì scorso. A pesare sui mercati è la rinnovata tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina. In particolare, la decisione della Cina di permettere la svalutazione del renmimbi contro il dollaro, in risposta al tweet di Donald Trump in cui ha annunciato nuovi su 300 miliardi di dollari di beni cinesi a partire da settembre. La valuta è crollata sotto la soglia dei 7 renmimbi per dollaro per la prima volta dalla crisi finanziaria globale. Mantenere l’ancoraggio della divisa era visto come una prerogativa chiave per un qualsiasi successo nei negoziati commerciali tra le due super potenze economiche.
Per quanto riguarda l’Italia, i prossimi mesi potrebbero vedere un leggero miglioramento dell'economia italiana, soprattutto sul fronte della produzione. Lo prevede l'Istat che nel suo consueto bollettino economico mensile rileva come l'indicatore anticipatore abbia interrotto la tendenza alla flessione in atto dalla fine dello scorso anno, prospettando uno scenario di lieve miglioramento dei livelli produttivi.
Passando all’azionariato di Piazza Affari, Bper Banca chiude in vetta al Ftse Mib con un rialzo dell’1,5%. Fanno bene anche Banco Bpm (+1,1%) e Intesa (+0,8%).
Debole Fca (-0,3%) con il mercato dell'auto torna a concentrarsi sul potenziale affaire Renault-Nissan-Fca. A risollevare una volta di più la possibilità di questa operazione è il "Wall Street Journal", secondo il quale i top manager del gruppo nipponico e di quello francese starebbero cercando di trovare la quadra e raggiungere un accordo per rinegoziare gli assetti della loro alleanza per riaprire le porte alla fusione con il gruppo italo-americano dell'auto.
Seduta in rosso anche per FinecoBank (-2,3%) nonostante conti semestrali in crescita. Nei primi sei mesi del 2019 la banca guidata da Alessandro Foti ha registrato un utile netto rettificato per le poste non ricorrenti pari a 137,3 milioni di euro, mostrando un incremento del 9,7% rispetto a un anno fa.
Infine, le peggiori di oggi del Ftse Mib sono Moncler (-5,1%) e Stm (-4,3%).
Per quanto riguarda l’Italia, i prossimi mesi potrebbero vedere un leggero miglioramento dell'economia italiana, soprattutto sul fronte della produzione. Lo prevede l'Istat che nel suo consueto bollettino economico mensile rileva come l'indicatore anticipatore abbia interrotto la tendenza alla flessione in atto dalla fine dello scorso anno, prospettando uno scenario di lieve miglioramento dei livelli produttivi.
Passando all’azionariato di Piazza Affari, Bper Banca chiude in vetta al Ftse Mib con un rialzo dell’1,5%. Fanno bene anche Banco Bpm (+1,1%) e Intesa (+0,8%).
Debole Fca (-0,3%) con il mercato dell'auto torna a concentrarsi sul potenziale affaire Renault-Nissan-Fca. A risollevare una volta di più la possibilità di questa operazione è il "Wall Street Journal", secondo il quale i top manager del gruppo nipponico e di quello francese starebbero cercando di trovare la quadra e raggiungere un accordo per rinegoziare gli assetti della loro alleanza per riaprire le porte alla fusione con il gruppo italo-americano dell'auto.
Seduta in rosso anche per FinecoBank (-2,3%) nonostante conti semestrali in crescita. Nei primi sei mesi del 2019 la banca guidata da Alessandro Foti ha registrato un utile netto rettificato per le poste non ricorrenti pari a 137,3 milioni di euro, mostrando un incremento del 9,7% rispetto a un anno fa.
Infine, le peggiori di oggi del Ftse Mib sono Moncler (-5,1%) e Stm (-4,3%).