Piazza Affari alle prese con la volatilità: A2A, Enel e Exor soffrono lo stacco cedola. Goldman taglia stime sulla Cina

Seduta ad alta volatilità per la Borsa di Milano dopo le vendite della scorsa settimana innescate dalle parole di Ben Bernanke, che mercoledì sera ha dettato i tempi per la fine del piano di acquisto asset della Fed da 85 miliardi di dollari al mese. In mattinata l’indice Ftse Mib è scivolato sotto la soglia dei 15.000 punti, toccando i minimi dal novembre del 2012, per poi recuperare terreno restando comunque in territorio negativo (-0,50% a 15.180 punti). A zavorrare il paniere principale di Milano lo stacco cedola di alcuni big di Piazza Affari, in primis Enel che lascia sul parterre oltre il 5% a 2,428 euro.
A deprimere gli investitori anche la decisione di Goldman Sachs di tagliare le stime sul Pil cinese del secondo trimestre a +7,5% dal precedente +7,8 per cento. Ma non solo. Il broker ha inoltre ridotto le previsioni sulla crescita della Cina sia per il 2013, a +7,4% dal +7,8% indicato in precedenza, e per il 2014, a +7,7% da +8,4 per cento. La reazione delle piazze asiatiche non si è fatta attendere: l’indice della Borsa di Shanghai ha perso oltre il 5%, registrando il tonfo peggiore dall’agosto del 2009.