Petrolio: sospensione produzione in Messico agevola rialzo del greggio, analisti positivi su una ripresa dei corsi
Giornata positiva per le quotazioni dell’oro nero che beneficia dell’assist fornito dalla sospensione alla produzione da parte del Messico, in seguito alla minaccia di una tempesta tropicale in arrivo. Al momento le quotazioni a Londra del contratto sul Brent sono in rialzo dello 0,45% a 49,48 dollari al barile. A New York il contratto per consegna ad ottobre sul WTI sale dello 0,77% a 47,34 euro.
Secondo gli analisti di Ubp i grandi investitori sono tornati ottimisti sulla risalita del prezzo dell’oro nero. Se da un lato il mercato stima un aumento del numero di impianti negli Stati Uniti, che potrebbe portare un incremento dell’offerta nel 2017, dall’altro le prospettive su un accordo nel prossimo meeting di Algeri sembrano meno fosche.
Oltre a ciò, i produttori non-Opec, nel 2016, hanno diminuito di un 20% la spesa per investimenti nei giacimenti off-shore già avviati e su quelli a grandi profondità. Dal lato dei produttori Opec, l’offerta saudita e nigeriana ha registrato il calo più drastico, rispettivamente del -0,4 e -0,07 milioni di barili al giorno. Anche l’offerta libica continua il suo trend discendente on attesa di una smentita circa un possibile accordo fra le parti in guerra che potrebbe rilanciare la produzione di greggio.
In questo quadro articolato e complesso, i corsi dei titoli legati al comparto oil salgono a Piazza Affari, agevolati anche dal clima rialzista generalizzato sul listino milanese.
Al momento Eni guadagna l’1,55% a 13,68 euro, Saipem l’1,3% a 0,41 euro e Tenaris passa di mano a 12,63 euro, in rialzo dell’1,12%. Fuori dal listino principale brilla D’Amico, fra i migliori titoli della piazza con un +6,77% a 0,34 euro.