Petrolio: il rimbalzo fa bene ai titoli oil di Piazza Affari. Anche BP taglia gli investimenti
Il rimbalzo del petrolio mette il turbo ai titoli di Piazza Affari legati alle sorti del greggio. Nelle ultime tre sedute le quotazioni dell’oro nero, che avevano aggiornato i minimi degli ultimi sei anni, hanno messo a segno un rialzo di circa 12 punti percentuali. Il Wti si è così riportato sopra la soglia psicologica dei 50 dollari al barile, mentre il Brent ha oltrepassato i 55 dollari. La discesa dallo scorso giugno resta comunque impressionante visto che il greggio, prima dell’estate 2014, viaggiava in area 110 dollari al barile.
Il rimbalzo dell’oro nero si sente anche a Piazza Affari dove Eni mostra un progresso del 2,70% a 15,49 euro, Saipem avanza di oltre il 3% a 8,71 euro e Tenaris mette a segno un rialzo del 4,10% a 13,35 euro. I prezzi del greggio, secondo le stime indicate dall’Ad di Eni Descalzi in un intervento alla Camera, dovrebbero attestarsi in media tra 55 e 60 dollari al barile nel 2015 con un aumento nella seconda parte dell’anno. Secondo le previsioni di Descalzi le quotazioni del greggio saliranno intorno ai 70 dollari nel 2016 e a 90 dollari tra quattro anni.
A livello societario, questa mattina BP ha confermato il trend in atto nelle major petrolifere: il colosso britannico ha annunciato un taglio di 5 miliardi di dollari per gli investimenti previsti nel 2015 a causa del tracollo delle quotazioni del greggio. Una mossa analoga a quella già annunciata da Royal Dutch Shell, Chevron e ConocoPhillips. BP ha archiviato il 2014 con un utile in deciso calo a 3,78 miliardi sul quale hanno pesato le svalutazioni legate alla discesa del petrolio.