Petrolio: quotazioni ai massimi da estate 2015, 2016 da incorniciare per Tenaris

Il petrolio vola sui massimi dell’estate 2015 dopo che la decisione dell’Opec di tagliare la produzione è stata estesa anche ai Paesi non-Opec. La principale organizzazione di produttori petroliferi ha infatti allargato la riduzione dell’output ai Paesi vicini al cartello, a cominciare dalla Russia. Si tratta di un accordo storico che ha messo le ali alle quotazioni del greggio: a New York il Wti mostra un balzo del 4,2% a 53,60 dollari al barile, mentre il Brent avanza del 3,7% a 56,30 dollari.
Nell’incontro organizzato nel fine settimana a Vienna i Paesi non-Opec hanno accettato di ridurre la produzione di 558 mila barili al giorno, livello di poco inferiore ai 600m ila barili al giorno richiesti. L’accordo e la successiva fiammata del petrolio si fa sentire anche a Piazza Affari dove gli acquisti stanno premiando i titoli del comparto oil come Eni e Saipem che mostrano rispettivamente un progresso del 4,2% a 14,84 euro e del 3,20% a 0,449 euro.
Ben comprata anche Tenaris (+2,40% a 16,57 euro) che si appresta a chiudere un 2016 da incorniciare. Rispetto ai minimi toccati a febbraio (8,53 euro), quando il prezzo del petrolio viaggiava sui minimi degli ultimi vent’anni, il titolo Tenaris ha mostrato un balzo di circa 95 punti percentuali. Da inizio anno l’azione ha registrato un rialzo del 52,5%, in decisa controtendenza rispetto all’indice di riferimento Ftse Mib.