Petrolio: per il Brent attesi movimenti tra 90 e 120 dlr/bbl nel 2013
Nel 2013, i mercati petroliferi mondiali saranno guidati dai grandi temi di crescita economica globale e fiducia degli investitori. Lo dice Daniela Corsini, macroeconomic e fixed income researcher di Intesa Sanpaolo, in un commento che riprendiamo per precisare l'intervento dell'analista al Tradin On Line Forum di Milano, riportato da Finanza.com in data lo scorso 19 ottobre.
"Date le significative incertezze che gravano ancora sullo scenario macroeconomico", afferma l'analista, "l'attitudine dei mercati finanziari in oscillazione fra propensione e avversione al rischio si rifletterà sui mercati petroliferi in un'alternanza di preoccupazioni legate a possibili interruzioni improvvise dell'offerta (per rischi geopolitici e problemi tecnici di giacimenti o infrastrutture) e debolezza della domanda, esposta ai rischi di rallentamento del ciclo economico internazionale per la crisi europea e i problemi di fiscal cliff e limite del debito negli Stati Uniti. Di conseguenza, stimiamo per il petrolio Brent un prezzo medio di 107 dollari al barile per il 2013, ma ci attendiamo ampi movimenti di prezzo all'interno di un trading range compreso tra i 90 e i 120 dollari al barile. Il livello di supporto è determinato dai significativi rischi geopolitici in Medio Oriente, l'alta spesa fiscale in importanti paesi produttori, gli elevati costi di produzione da metodi di estrazione non convenzionali, politica monetaria espansiva nei paesi occidentali. Il livello di resistenza sarà fissato da: debolezza della crescita economica mondiale, rischio di rilascio di riserve di emergenza e abbondante produzione negli Stati Uniti, attualmente ai massimi dal 1994, e nei paesi OPEC. Lo spread fra petrolio Brent e WTI dovrebbe ridursi a partire dal 2015 per la costruzione di nuove infrastrutture negli Stati Uniti. Tuttavia, stimiamo che i mercati finanziari sposteranno gradualmente l'attenzione dal petrolio WTI al petrolio Brent per la maggiore esposizione di quest'ultimo alla domanda internazionale. Al contrario il WTI è esposto principalmente alla domanda americana e continuerà a soffrire delle limitazioni tecniche di rete di trasporto e infrastrutture".
"Date le significative incertezze che gravano ancora sullo scenario macroeconomico", afferma l'analista, "l'attitudine dei mercati finanziari in oscillazione fra propensione e avversione al rischio si rifletterà sui mercati petroliferi in un'alternanza di preoccupazioni legate a possibili interruzioni improvvise dell'offerta (per rischi geopolitici e problemi tecnici di giacimenti o infrastrutture) e debolezza della domanda, esposta ai rischi di rallentamento del ciclo economico internazionale per la crisi europea e i problemi di fiscal cliff e limite del debito negli Stati Uniti. Di conseguenza, stimiamo per il petrolio Brent un prezzo medio di 107 dollari al barile per il 2013, ma ci attendiamo ampi movimenti di prezzo all'interno di un trading range compreso tra i 90 e i 120 dollari al barile. Il livello di supporto è determinato dai significativi rischi geopolitici in Medio Oriente, l'alta spesa fiscale in importanti paesi produttori, gli elevati costi di produzione da metodi di estrazione non convenzionali, politica monetaria espansiva nei paesi occidentali. Il livello di resistenza sarà fissato da: debolezza della crescita economica mondiale, rischio di rilascio di riserve di emergenza e abbondante produzione negli Stati Uniti, attualmente ai massimi dal 1994, e nei paesi OPEC. Lo spread fra petrolio Brent e WTI dovrebbe ridursi a partire dal 2015 per la costruzione di nuove infrastrutture negli Stati Uniti. Tuttavia, stimiamo che i mercati finanziari sposteranno gradualmente l'attenzione dal petrolio WTI al petrolio Brent per la maggiore esposizione di quest'ultimo alla domanda internazionale. Al contrario il WTI è esposto principalmente alla domanda americana e continuerà a soffrire delle limitazioni tecniche di rete di trasporto e infrastrutture".