Petrolio: l’accordo di Ginevra penalizza i prezzi
Inizio di ottava con il segno meno per le quotazioni del greggio. -0,8% sia per il future con consegna gennaio sul Wti, il petrolio statunitense, che scende a 94,15 dollari e sia per il derivato sul riferimento globale, il Brent, in calo a 110,13 dollari. I prezzi risultano penalizzati dall'accordo preliminare che nelle intenzioni dovrebbe mettere sotto tutela il nucleare iraniano.
Nel breve termine, come rilevano anche gli analisti di Goldman Sachs, le ripercussioni non si dovrebbero far sentire più di tanto visto che l'Iran potrà continuare a vendere solo ai Paesi asiatici.
La situazione non dovrebbe cambiare più di tanto neanche nel medio periodo (quando con ogni probabilità il petrolio iraniano tornerà sul mercato) visto che i Paesi Opec che negli ultimi mesi hanno estratto più petrolio del normale, come Arabia e Iraq, sono già pronti a ridurre la produzione.
Nel breve termine, come rilevano anche gli analisti di Goldman Sachs, le ripercussioni non si dovrebbero far sentire più di tanto visto che l'Iran potrà continuare a vendere solo ai Paesi asiatici.
La situazione non dovrebbe cambiare più di tanto neanche nel medio periodo (quando con ogni probabilità il petrolio iraniano tornerà sul mercato) visto che i Paesi Opec che negli ultimi mesi hanno estratto più petrolio del normale, come Arabia e Iraq, sono già pronti a ridurre la produzione.