Per Equita nuove varianti alimentano volatilità ma “rischio gestibile”. Più UniCredit in portafoglio

Con l’avvio del mese di dicembre, sui mercati è ufficialmente partito il conto alla rovescia per la fine del 2021. Un finale d’anno che vede in particolare due temi in evidenza: i timori legati alla nuova variante Covid ma anche l’exit strategy delle banche centrali. Proprio ieri nel corso della sua audizione al Congresso, il presidente della Fed, Jerome Powell, è stato meno accomodante delle attese, sottolineando che la corsa dell’inflazione non si può più considerare ‘transitoria’. Immediata la reazione sui mercati con un appiattimento della curva dei tassi statunitensi, con il rendimento a 2 anni salito di 7 punti base allo 0,56% mentre la parte più a lungo termine della curva (30Y) in calo di 6 punti base all’1,8%. Il petrolio è sceso del 5% a 70 dollari al barile portando il calo complessivo negli ultimi 5 giorni al 13%. “Il mercato probabilmente teme un aumento dei tassi d’interesse nel breve e che la riduzione della liquidità da parte delle banche centrali possa portare ad un rallentamento economico. La reazione sembra in parte rientrata stamattina, con un tentativo di rimbalzo delle commodities”, si legge nel ‘Monthly report‘ diffuso oggi da Equita.
“Il nostro scenario base – che supporta la nostra visione positiva sui mercati azionari – resta confermato, e si basa su una crescita economica che ci aspettiamo resterà solida anche nel 2022 (Pil reale Usa atteso +4%, Ue +4,2%) e tassi d’interesse reali fortemente negativi, con una politica fiscale che resterà espansiva”, afferma Luigi De Bellis, co-responsabile dell’ufficio studi di Equita Sim.
Volatilità elevata con paure di nuove varianti, ma rischio gestibile
Secondo Equita l’aumento dei casi Covid-19 e i timori legati alle nuove varianti manterranno la volatilità sui mercati elevata nelle prossime settimane. Restano “un rischio da monitorare ma pensiamo sia gestibile: pensiamo che i casi saranno controllati da un’accelerazione nella somministrazione della terza dose del vaccino; dallo sviluppo di nuove versioni del vaccino (Moderna ci sta già lavorando), e dall’approvazione più rapida delle pillole anti-Covid (Pfizer) che hanno mostrato un’efficacia promettente nel prevenire sintomi gravi e ospedalizzazioni. “Ci preoccupa maggiormente un exit-strategy meno controllata da parte delle banche centrali, che potrebbe porre dei rischi allo scenario economico e conseguentemente alla nostra visione di fondo”, ammette De Bellis.
Cosa accade al portafoglio principale, aumentato il peso di UniCredit
Alla luce di queste indicazioni, Equita ha deciso di restare sovrappeso rispetto al benchmark (96% rispetto al peso neutro del 95%), sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente (96,6%). Equita ha poi aumentato di 40 punti base il peso di UniCredit nel portafoglio blue chip, completamente bilanciato da una riduzione del peso di Mediobanca e Fineco. “L’incremento di peso è finalizzato a catturare l’opportunità che potrebbe emergere a seguito del nuovo piano industriale che sarà presentato il 9 dicembre e che, a nostro avviso, potrebbe costituire un catalyst positivo per il titolo, anche alla luce della recente debole performance”, spiegano gli analisti della sim.