Notizie Notizie Italia La partita di Dublino si gioca sul tax rate del 12,5%, settore bancario nervoso in Borsa

La partita di Dublino si gioca sul tax rate del 12,5%, settore bancario nervoso in Borsa

19 Novembre 2010 09:20

Dopo una partenza leggermente in rialzo, le Borse europee hanno girato in terreno frazionalmente negativo. Cresce di quasi mezzo punto solo Dublino (+0,48%), in attesa delle decisioni sui possibili aiuti internazionali al sistema economico irlandese. Dopo la positiva prova dei mercati continentali della vigilia, torna qualche tensione sul comparto finanziario, in particolare su quelle spagnole, che fanno perdere oltre mezzo punto agli indici generali di Madrid: Bbva è in calo dell’1,29%, Santander dello 0,84%. Ha invertito la rotta anche Milano, appesantita da Mediobanca, che cede l’1,79% a 7,39 euro e da Mediolanum (-1,75% a 3,37 euro).


Cede il passo Intesa San Paolo(-1,17% a 2,317 euro) e Unicredit (-1,27% a 1,71 euro). Male anche il Banco Popolare (-1,74% a 3,39 euro). Dall’altra parte l’epicentro della crisi irlandese è tutta racchiusa nella traballante situazione degli istituti bancari, che non sono ancora in grado di essere autosufficienti nonostante una ricapitalizzazione costata allo Stato più di 50 miliardi di euro. “Ovvio mettere in conto qualche momento di nervosismo sul comparto”, dicono nelle sale operative. A gettare benzina sul fuoco è Financial Times.

Il quotidiano inglese in un articolo pubblicato questa mattina segnala che il negoziato tra Unione europea-Fondo monetario internazionale e Irlanda è tutto incentrato sulla richiesta di alcuni paesi UE di alzare il tax rate del 12,5%, mentre il governo locale è totalmente contrario. Lo scoglio della tassazione sulle imprese, molto vantaggiosa nell’Isola del Trifoglio, e che la Ue preme per inasprire è un tema difficile da superare. Finora il no di Dublino è stato secco, anche perché la corporate tax viene vista come il motore che ha generato negli anni passati il miracolo economico dell’isola. Ma alcuni analisti hanno iniziato a valutare l’ipotesi.

Il governo di Dublino secondo alcuni esperti di mercati non può però permettersi il lusso di temporeggiare troppo, soprattutto di dettare le regole del gioco. In un report recente Nick Matthews di Rbs ha calcolato che tra il 24 settembre e il 29 ottobre il finanziamento delle banche irlandesi al bancomat della Bce è schizzato da 119 miliardi a 130. E alla fine di ottobre, quasi il 25% dei fondi prestati dall’Eurotower alle istituzioni europee era assorbito da Dublino.


Una situazione che rischia di diventare insostenibile per l’Istituto centrale europeo. Chiamato a dicembre a prendere posizione. La Bce è a un bivio: continuare sulla strada delle operazioni a tre mesi a tasso fisso e ammontare illimitato oppure giocare l’asso delle misure straordinarie, tornando al tasso variabile. E la componente Irlanda peserà molto sulla difficile decisione.

Sulle banche italiane secondo Roberto Odierna di Unicredit inciderà anche il fattore Basilea 3. Tanto che ha ridotto le stime di eps 2010-2012 del 10%. “Basilea 3 non rappresenta un grande problema per gli istituti italiani, ma 210 basis point in meno di capitalizzazione rispetto ai competitor europei non sono sostenibili”, si legge nella nota. Inoltre, il recupero del net interest income “sarà più graduale rispetto alle previsioni del mercato”. Nello scenario base, Odierna assume al 2012 un Tier 1 al 7% per le banche italiane e, di conseguenza, prevede la necessità di capitale per 1,5 miliardi di euro.

Il gap arriverà a 3,3 miliardi di euro se si assume un Tier 1 al 7,5%, per salire ulteriormente a 7 miliardi con un Tier 1 all’8%. Popolare di Milano, Monte dei Paschi e Banco Popolare sono le banche che più risentiranno dell’impatto di Basilea 3 a suo avviso. Il broker, che ha confermato il giudizio d’acquisto su Ubi Banca (target price a 8,3 da 9,3 euro) e sulla Banca Popolare dell’Emilia Romagna (tp a 10,1 da 10,4 euro),  ha bocciato la Popolare di Milano: rating sell dal precedente hold e prezzo obiettivo a 2,95 da 3,9 euro. Confermato il sell anche per il Banco Popolare (tp a 3,2 da 4 euro).