Parmalat: via libera dell’Europa all’Opa di Lactalis, la concorrenza non è in pericolo
Alla fine è arrivato anche il via libera dell’Europa. La Commissione Europea, nel primo pomeriggio, ha approvato l’offerta pubblica di acquisto promossa da Lactalis su Parmalat. Secondo Bruxelles, dall’inchiesta non è emersa la presenza di ostacoli alla concorrenza in Italia e in Europa derivanti dall’aggregazione franco-italiana. L’inchiesta della Ue si è incentrata soprattutto sull’approvvigionamento di latte crudo, fresco e a lunga conservazione, sui formaggi e sulle creme. Il giudizio è netto: la conquista di Lactalis al gruppo di Collecchio non limiterà la concorrenza a nessuno di questi livelli.
Lactalis, che già deteneva il 28,97% di Parmalat, con un colpo ad effetto aveva lanciato un’Opa totalitaria sull’azienda emiliana lo scorso 26 aprile, appena prima del vertice italo-francese a Roma. L’offerta pubblica è stata promossa ad un prezzo di 2,60 euro e la Borsa ha subito creduto al buon esito dell’operazione: infatti, il 26 aprile, il titolo Parmalat era balzato di circa 11 punti percentuali avvicinandosi subito al prezzo dell’Opa promossa dai francesi.
Durante il vertice bilaterale con Nicolas Sarkozy, il premier Silvio Berlusconi aveva dichiarato che non considerava come ostile l’Opa di Lactalis e la società della famiglia Besnier aveva subito assicurato la volontà di “sviluppare il proprio piano nel rispetto dell’italianità di Parmalat, mantenendo la sede in Italia, salvaguardando gli asset produttivi, i dipendenti e la filiera italiana del latte nell’interesse dell’economia del territorio”.
L’Opa del gigante transalpino, partita lo scorso 23 maggio e che terminerà l’8 luglio, era stata bocciata dal board di Collecchio. I vertici del gruppo guidato dall’amministratore delegato, Enrico Bondi, a maggio avevano fatto quadrato su quei 2,6 euro per azione messi sul piatto dalla famiglia Besnier per conquistare il controllo della multinazionale emiliana del latte. Il Cda di Parmalat, sulla base delle valutazioni di Goldman Sachs, riteneva che il prezzo equo dell’operazione fosse intorno ai 3,17 euro per azione. Adesso, però, la decisione di Bruxelles spiana decisamente la strada a Lactalis che a fine giugno, in occasione del rinnovo del board di Parmalat, si presenterà con un altro punto di forza che gli permetterà di nominare la maggioranza dei consiglieri.