Padoan: la priorità in Italia non è ridurre il deficit. Cruciale è la riforma del lavoro
La priorità dell’Italia? Non è ridurre il deficit ma la riforma del lavoro. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, parla in un’intervista rilasciata a La Repubblica. Critica la Germania: “Sbaglia Berlino quando dice che non si devono dare margini all’Italia, altrimenti non fa le riforme”. E definisce “sterili” le polemiche sui valori-soglia sul debito, assicurando però che l’obiettivo è quello di ridurlo.
“C’è una recessione lunga che però si sta attenuando e da cui stiamo gradualmente uscendo”, spiega il responsabile di via XX settembre. “Questa si è aggiunta a due decenni negativi per la produttività e di perdite di competitività. L’Italia non è paragonabile ad altri Paesi. E’ un Paese complesso, è la seconda economia manifatturiera del continente. Da noi lo sforzo di aggiustamento di bilancio è stato significativo e lo vediamo nel bilancio pubblico in surplus al netto degli interessi. Il sistema bancario ha dimostrato una tenuta importante. Ma restano gli ostacoli alla crescita, pervasivi, che vanno aggrediti con le riforme”.
“La Legge di Stabilità tiene conto del fatto che il quadro economico è profondamente deteriorato rispetto anche a solo cinque mesi fa. Questo rende più difficile rispettare i vincoli di finanza pubblica. La manovra di bilancio parte da questo presupposto. Il secondo presupposto è che il 3% non viene valicato. Il governo sta facendo uno sforzo basato su tre pilastri. Il primo riguarda le riforme strutturali e in particolare quella sul lavoro: le altre sono importanti, questa è cruciale. Il secondo è un risanamento favorevole alla crescita, cioè misure volte ad abbattere i costi per le imprese derivanti dal cuneo fiscale sul lavoro, tramite tagli di spesa. Il terzo è un sostegno agli investimenti soprattutto privati, ma non solo, con la semplificazione delle regole, a incentivi che si autofinanziano e altro”.
Per Padoan “è importante favorire la ripresa degli investimenti privati. Sono la via maestra per creare lavoro. Dunque servono misure che stimolano gli investimenti, accanto a quelle che rendono il mercato del lavoro più semplice. Ecco perché la manovra finanziaria, di riforme strutturali e di sostegno agli investimenti sono tre componenti della stessa strategia. Poi il mix di tagli di imposte, sostegno agli ammortizzatori sociali nella nuova visione del mercato del lavoro e sostegni eventuali a investimenti in innovazione saranno messi a punto”.
Il ministro parla anche di Eni. “Ogni azienda ha una storia a sé. La questione di Eni che è di dominio pubblico non ha niente a che vedere con la strategia di privatizzazione che, ripeto, è una strategia complessiva. L’obiettivo è abbattere il debito pubblico ma anche trovare un equilibrio ottimale tra l’esercizio dell’indirizzo da parte pubblica e la spinta ad una gestione d’impresa più efficiente”.