Outlook economico: Convergenza in corso per i tassi di crescita dei Paesi nordici

Le stime relative alla crescita mondiale nel 2016 si attestano al 3% nel 2016, al 3,2% nel 2017 e al 3,3% nel 2018, con i Mercati emergenti che segneranno rispettivamente il 4,1%, il 4,4% e il 4,5%. Ben più timido il passo delle economie sviluppate, per le quali è prevista una crescita dell’1,5% nel 2016 e dell’1,6% sia nel 2017 che nel 2018. Nei Paesi del nord Europa le performance sono solo leggermente più brillanti, ma sostanzialmente in linea con le economie mature, ovvero +1,6% nel 2016 e nel 2017 e 1,7% nel 2018, con la Svezia che trascinerà l’area con un incremento del 3% quest’anno. “La crescita mondiale è in sostanza guidata dai Mercati emergenti grazie al miglioramento dell’outlook di molti Paesi della regione e alla stabilizzazione dei prezzi delle materie prime”, è il commento di Helge J. Pedersen, chief economist del Gruppo Nordea. Che aggiunge: “Tuttavia la crescita delle economie sviluppate ristagnerà nel periodo di riferimento. E nel complesso l’economia globale potrebbe essere interessata da una crescita relativamente lenta nel corso dei prossimi anni”.
Svezia, consumi in frenata
Negli ultimi anni la crescita economica della Svezia è stata molto più elevata di quella degli altri Paesi del nord Europa. “Ma attualmente la crescita svedese sembra rallentare, mentre in altri Paesi sta aumentando – dice Pedersen – Questo rallentamento si deve prevalentemente alla diminuzione delle esportazioni, mentre la domanda interna ha mostrato una crescita robusta negli ultimi anni”. In ogni caso, secondo lo strategist, i consumi privati potrebbero diminuire l’anno prossimo a causa della diminuzione degli effetti delle misure di stimolo.
Negli ultimi anni la crescita economica della Svezia è stata molto più elevata di quella degli altri Paesi del nord Europa. “Ma attualmente la crescita svedese sembra rallentare, mentre in altri Paesi sta aumentando – dice Pedersen – Questo rallentamento si deve prevalentemente alla diminuzione delle esportazioni, mentre la domanda interna ha mostrato una crescita robusta negli ultimi anni”. In ogni caso, secondo lo strategist, i consumi privati potrebbero diminuire l’anno prossimo a causa della diminuzione degli effetti delle misure di stimolo.
Norvegia, il peso del petrolio
Quanto alla Norvegia, per la quale è prevista una crescita dello 0,8% nel 2016 e dell’1,8% nel 2017, i principali dati economici pubblicati durante l’estate sono stati solidi, la disoccupazione sembra aver toccato il suo picco e i prezzi degli immobili sono cresciuti più delle attese. “La crescita del Paese ripartirà perché il calo degli investimenti petroliferi sembra essersi affievolito favorendo le industrie influenzate dal calo del petrolio – spiega Perdersen – Nel frattempo prevediamo che gli altri settori dell’economia, che hanno tenuto bene durante la fase di ribasso del petrolio, cresceranno a un ritmo solido in futuro”.
Danimarca e Finlandia vittime del calo del commercio mondiale
In Danimarca (+1% nel 2016) sono previste condizioni leggermente più favorevoli nei prossimi due anni, dato che l’aumento dell’occupazione degli ultimi anni sta stimolando i consumi e l’attività degli investimenti. Le principali minacce a una crescita più elevata derivano prevalentemente dall’estero a causa della flessione del commercio globale. Quanto all’economia finlandes, invece, le stime sono di una crescita fragile nel corso dei prossimi anni. Dopo aver realizzato l’1% nel 2016, la crescita nuovamente rallentare. “L’outlook delle esportazioni rimane negativo a causa della bassa crescita globale e della debolezza del commercio mondiale”, conclude Pedersen.