Notizie USA Outlook 2019: niente rialzi Fed e per Usa una ‘falsa’ recessione, la previsione più difficile è per la Brexit

Outlook 2019: niente rialzi Fed e per Usa una ‘falsa’ recessione, la previsione più difficile è per la Brexit

24 Dicembre 2018 10:04

La possibile recessione degli Usa e la Brexit in Ue sono i due temi dominanti dell’outlook TwentyFour per il 2019.  Un graduale rallentamento dell’economia insieme al ritorno della Fed ad una posizione neutrale, potrebbero significare – sostiene  Mark Holman, CEO di TwentyFour Asset Management – uno stop agli aumenti dei tassi per tentare un atterraggio morbido. Secondo gli analisti la pausa della Fed arriverà probabilmente dopo un aumento a giugno, che porterebbe il limite massimo dei tassi di interesse al 3%. “Riteniamo che, una volta che la Fed si fermerà” sottolinea l’analista “avremo una curva dei rendimenti invertita tra i due e i dieci anni, con la conseguenza che – a nostro avviso – le banche americane cominceranno ad inasprire le condizioni dei loro prestiti”.

È improbabile che ci siano ulteriori aumenti nel 2019, e la stima di  TwentyFour  AM è che sarà a marzo o a giugno 2020 quando riprenderanno, se possibile. “La Fed potrebbe portare avanti questo processo con gli strumenti a sua disposizione, in particolare i suoi grafici a punti (proiezioni dei 12 membri del Comitato), e il dettaglio del suo orientamento futuro potrebbe tradursi in una brusca pausa piuttosto che in un leggero inasprimento della sua politica monetaria. Quando la Fed raggiungerà la neutralità, vorrà davvero vedere l’impatto degli 11 aumenti dei tassi, ma il mercato ci ha già dimostrato negli ultimi due mesi di temere un rallentamento più severo nel 2019. Il presidente della Fed Powell dovrebbe aver imparato dai suoi ultimi errori ed essere più raffinato l’anno prossimo“.

L’Europa batterà gli Stati Uniti nel 2019

Gli spread di credito europei prenderanno il sopravvento sugli Stati Uniti ma, sottolinea Holman, il grande timore tecnico avuto l’anno scorso – l’influenza della BCE sulla solvibilità dell’euro – si è riflesso nei prezzi e che gli spread di credito si sono ampliati da quando Draghi ha annunciato il suo programma di acquisto del debito societario. Gli spread di credito sono notevolmente più elevati rispetto all’inizio del 2018, e lo sono anche negli Stati Uniti. Questo secondo l’analista dovrebbe significare che l’Europa batterà gli Stati Uniti nel 2019.

La Brexit e il Corbyn Premium

Rimanendo in Ue la previsione più difficile per il 2019 è la Brexit. Se una buona Brexit è impossibile, è invece possibile che non avvenga nessuna Brexit, e una sorta di cattivo affare è forse la cosa più probabile. Ma a parte il deal o no-deal, ciò che evidenziano gli analisti è il cosiddetto “Corbyn premium”.

“In caso di elezioni generali, e nel caso in cui vinca il Partito laburista, ci troveremo di fronte a una serie di circostanze nel Regno Unito in cui i nostri mercati finanziari saranno molto probabilmente in preda al panico. I titoli di Stato britannici (Gilt) continuano ad essere la principale risorsa in sterline senza rischio e hanno mostrato queste caratteristiche dal voto di uscita dall’UE, ma se ci fosse un governo laburista, non siamo convinti che continuerebbe ad esserlo”. Da qui la previsione di base data per il Regno Unito è che i rendimenti dei Gilt saliranno all’1,75% in una ripresa rispetto agli Stati Uniti, se la Banca d’Inghilterra ottiene un altro aumento del tasso di interesse. “Per quanto riguarda il credito in sterline, inizierà l’anno con un forte premio Brexit ed è il più economico dei tre mercati di cui abbiamo parlato. Una qualche soluzione alla Brexit, anche se si trattasse di un cattivo accordo di uscita, comporterebbe una riduzione del premio. Di conseguenza, il credito in sterline è il più probabile di sovraperformance nel 2019, e anche se siamo diffidenti nei confronti del rischio Corbyn sullo sfondo” concludono.