Offshoreleaks: i nomi dei grandi evasori stanno per essere svelati in Rete
I grandi evasori dei paradisi fiscali stanno per essere travolti da un vero e proprio tsunami, con ripercussioni politiche ed economiche di portata mondiale. Due milioni e mezzo di file visionati, 86 giornalisti investigativi provenienti da 46 Paesi differenti in campo per mesi e mesi, oltre 130 mila nomi di società, intermediari e privati, 38 testate mondiali, 260 gigabyte di dati. Sono solo alcuni dei numeri ‘monstre’ che emergono in queste ore dall’inchiesta condotta dal consorzio investigativo International consortium of investigative journalists (Icij) che si appresta a svelare i nomi e conti dei Paperon de Paperoni in quello che è stato già ribattezzato “il colpo più forte mai sferrato all’enorme buco nero dell’economia mondiale”.
I file, giunti in forma anonima nelle mani del direttore del consorzio Gerard Ryle, mostrano chiaramente come l’utilizzo del segreto finanziario nei Paesi offshore si “è diffuso aggressivamente in tutto il mondo, permettendo ai più ricchi di aggirare le tasse. E l’attuale crisi del sistema bancario a Cipro è un esempio di come il sistema offshore possa influenzare la stabilità finanziaria di un intero paese” si legge sul sito dell’Icij. E dalle prime anticipazioni che arrivano dal rapporto emerge che “molte delle maggiori banche al mondo – tra cui Ubs, Clariden e Deutsche Bank – hanno lavorato aggressivamente per fornire ai loro clienti aziende coperte dal segreto alle Isole Vergini britanniche e in altri paradisi fiscali”.
Per analizzare la mole di file (se calcolato in gigabytes, il volume dei documenti è 160 volte più grande rispetto a quelli del Dipartimento di Stato statunitense svelati nel 2010 da Wikileaks) l’associazione no profit basata a Washington ha collaborato con diversi giornalisti e testate, tra cui “The Guardian” e la “BBC” nel Regno Unito, “Le Monde” in Francia, “Süddeutsche Zeitung” e “Norddeutscher Rundfunk” in Germania, “The Washington Post”, the Canadian Broadcasting Corporation (CBC) e altri 31 media e nel mondo. Partner italiano dell’inchiesta è “L’Espresso” che nel numero in edicola domani, secondo quanto si apprende dal sito online del quotidiano “La Repubblica”, indica i nominativi di 200 italiani presenti nel database.
Tra i detentori dei conti “funzionari governativi e loro familiari e associati in Azerbaijan, Russia, Canada, Pakistan, Filippine, Thailandia, Canada, Mongolia” recita il documento dell’Icij. “I superricchi hanno usato strutture offshore per possedere ville, yacht, capolavori artistici e altri asset guadagnando vantaggi fiscali dall’anonimato”.