Ocse: Italia, disoccupazione giovanile elevata. Jobs Act rappresenta passo significativo
Le condizioni del mercato del lavoro stanno migliorando in molti paesi Ocse anche se la recente ripresa rimane ineguale. L’occupazione cresce troppo lentamente per chiudere il divario indotto dalla crisi entro la fine del 2016. Di conseguenza, la disoccupazione per l’intera area Ocse dovrebbe continuare il suo lento declino per raggiungere il 6,6% alla fine del prossimo anno, ma in Grecia e Spagna resterà superiore al 20 per cento. Questa la tendenza che emerge dall’ultima edizione dell’Employment Outlook 2015 dell’Ocse, secondo cui “la disoccupazione di lungo termine “rimane inaccettabilmente alta, e vi è il pericolo che i disoccupati di lungo termine si allontanino dal mercato del lavoro”.
Sviluppi e prospettive del mercato del lavoro italiano
Quanto all’Italia la disoccupazione ha cominciato a diminuire dal picco del 13% raggiunto nel novembre 2014, oltre 6 punti percentuali in più rispetto al periodo pre-crisi (6,1% nel 2007). Secondo l’analisi dell’Ocse nel 2016 comincerà a scendere, passando sotto il 12% nel quarto trimestre. Al 61,1%, l’incidenza della disoccupazione di lunga durata – la frazione di disoccupati in cerca di un impiego da più d’un anno – è una delle più alte dell’Ocse, anche se inferiore al picco raggiunto nel quarto trimestre del 2014 di circa un punto percentuale.
Ancora alle stelle la disoccupazione giovanile che nel 2014 è aumentata di 2,7 punti rispetto al 2013, arrivando a quota 42,7 per cento. Una cifra che è più che raddoppiata dal 2007, quando si aggirava attorno al 20,4 per cento. Le prospettive dei giovani sul mercato del lavoro si sono, tuttavia, stabilizzate nell’ultimo anno, quando il tasso di disoccupazione giovanile si è assestato intorno al 42 per cento. “In Italia, più di un giovane su quattro di età inferiore ai 29 anni non è né occupato né in formazione (Neet)”, spiega l’Ocse ricordando che “il tasso Neet è cresciuto del 40% dall’inizio della crisi, aprendo un divario significativo rispetto alla media Ocse”.
Nel capitolo dedicato all’Italia gli esperti dell’Ocse si sono soffermati anche sul Jobs Act. “Il Jobs Act – aumentando gli incentivi per creare posti di lavoro a durata indeterminata, restringendo le condizioni per assumere con contratti atipici e estendendo la copertura degli ammortizzatori sociali – rappresenta un importante passo avanti nella riduzione delle disuguaglianze di lungo termine e l’eliminazione della segmentazione“.
Ocse: ripresa italiana ancora timida
La ripresa italiana rimarrà timida per un certo periodo. Secondo le più recenti proiezioni formulate dall’organizzazione parigina, il Pil tricolore crescerà dello 0,6% nel 2015 e dell’1,5% nel 2016, valori al di sotto di quelli attesi sia dell’area euro che dell’intera area Ocse.