News Obbligazioni: c’è valore nei titoli subordinati bancari

Obbligazioni: c’è valore nei titoli subordinati bancari

Pubblicato 11 Febbraio 2014 Aggiornato 19 Luglio 2022 16:13

Di seguito pubblichiamo un commento di mercato di Paul Read, gestore di Invesco. Secondo l'esperto della società di gestione, per il 2014 i titoli più interessanti nel comparto obbligazionari sono quelli bancari. In particolar modo i bond subordinati. Anche perché nell'attuale situazione, guadagnare con le obbligazioni non solo è difficile ma impone di assumere qualche rischio. Per il 2014 dunque la sfida sta nel selezionare i rischi che sono pagati meglio.




Considerata la situazione dei tassi in questo periodo, i titoli più interessanti per il 2014 sono quelli bancari e in particolare i bond subordinati. Le banche hanno migliorato i propri bilanci, hanno accesso ai piani di liquidità pubblici e trarranno beneficio da Basilea III e l'Unione bancaria, quindi il basso livello dei rendimenti e degli spread ha una sua ragion d'essere" spiega  Paul Read, Responsabile Fixed income di Invesco.




"Tuttavia le emissioni in corso, necessarie a centrare i nuovi requisiti di capitale, sono molto diversificate e vanno valutate una per una, per evitare i titoli che comportano un rischio di un deprezzamento del capitale o di una conversione in azioni a condizioni sfavorevoli", evidenzia Read. 

Dopo mesi passati a domandarsi quando e a quale ritmo la Fed avrebbe chiuso i rubinetti del quantitative easing, i mercati ora conoscono la direzione della politica monetaria Usa e sanno che i tassi sono destinati, prima o poi, a risalire. Se analizziamo il rendimento complessivo di liquidità, corporate bond e titoli di Stato, in Usa, Uk e Eurozona, vediamo che alla fine del 2007 si poteva stimare un rendimento disponibile complessivo di 1,4 trilioni di dollari, mentre oggi gli stessi asset producono 550 miliardi di interessi annui, con una perdita di quasi 900 miliardi di dollari.




In questa situazione, guadagnare con le obbligazioni non solo è difficile, ma impone di assumere qualche rischio: la sfida sta nel selezionare i rischi che sono pagati meglio.




Per pareggiare il tasso d'inflazione, oggi bisogna acquistare Gilt e Treasury superiori ai 5 anni e Bund superiori ai 7 e non sono comunque titoli di grande appeal, visto che il Treasury a 5 anni ha reso il -2,9% dalla fine di aprile 2013. Per contro, la domanda di rendimento spinge verso asset di qualità inferiore. Il mercato dei corporate bond investment grade in sterline offre uno spread dell'1,4% sui Gilt, il più basso dal 2007. Lo stesso vale per il mercato high yield europeo, che offre il 3,6% sulle obbligazioni governative. Il tasso di default rimane basso, eppure la qualità delle emissioni si va deteriorando e quando i rendimenti scendono, bisogna capire se riflettono un miglioramento dei fondamentali o soltanto il sentiment congiunturale.