Nuovo polverone su maxi-stipendio Orcel, Glass Lewis invita azionisti a votare no. Unicredit risponde alle critiche
Ci risiamo. A un anno di distanza torna a infuocare la polemica sulla maxi-retribuzione di Andrea Orcel. Con l’avvicinarsi dell’assemblea degli azionisti, in agenda il prossimo 8 aprile, Glass Lewis – la società di consulenza agli investitori Glass Lewis ha nuovamente espresso preoccupazione per lo stipendio dell’amministratore delegato di UniCredit raccomandando agli azionisti per il secondo anno consecutivo di votare contro la sua retribuzione.
Il compenso di Orcel è finito nel mirino anche del consulente proxy Institutional Shareholder Services (ISS) che però a differenza di Glass Lewis non ha chiesto agli investitori di votare contro la politica retributiva della banca. Pur riconoscendo il “quadro significativamente migliorato” per la remunerazione di Orcel, l’ISS ha affermato che il pacchetto è rimasto “preoccupante e di particolare interesse è l’alto limite massimo per le indennità di fine rapporto (15 milioni di euro o sei volte la retribuzione fissa)”.
Più dura la posizione di Glass Lewis che non ritiene che “la strategia di remunerazione della società, per come è attualmente costituita, sia sufficientemente allineata con i migliori interessi degli azionisti” e lamenta la “mancanza di una risposta esplicita” alle preoccupazioni sollevate l’anno scorso.
Quanto guadagna Orcel
Lo scorso anno Orcel evitò per un soffio che la rivolta degli investitori sul suo pacchetto retributivo raggiungesse la maggioranza in assemblea ed è così divenuto uno dei banchieri più pagati d’Europa in seguito al suo approdo in Unicredit datato metà aprile 2021.
Lo scorso anno il banchiere italiano ha ricevuto 6,7 milioni di euro, inclusi 4,8 milioni di euro in azioni come bonus non correlato alla performance. La sua retribuzione variabile, equivalente fino al doppio della retribuzione fissa annua di 2,5 milioni di euro, è dal 2022 collegata agli obiettivi fissati nell’ambito del piano “UniCredit Unlocked” presentato da Orcel a dicembre. La paga di Orcel risulta doppia rispetto a quella del precedente amministratore delegato Jean Pierre Mustier, che aveva rinunciato all’indennità di fine rapporto e si era volontariamente tagliato lo stipendio del 40% mentre si preparava a tagliare migliaia di posti di lavoro.
Per quest’anno UniCredit ha confermato la remunerazione fissa di Orcel a quota 2,5 milioni di euro. La quota variabile sarà ancora di massimi 5 milioni, ma questa volta legata ai risultati. La quota variabile dipenderà dal raggiungimento degli obiettivi assegnati: per il 70% target finanziari e per il 30% su ‘cultura e priorità strategiche’, a partire dalla sostenibilità.
Il pacchetto retributivo di Orcel lo scorso anno passò con il 54% dei voti; tra chi votò contro ci fu anche BlackRock, il principale investitore di UniCredit e il più grande gestore patrimoniale del mondo.
La replica di Unicredit
Il gruppo di piazza Gae Aulenti ha replicato alle critiche di Glass Lewis in una lettera agli azionisti e si è detto “sorpreso e deluso” dalla posizione contraria al compenso di Orcel. UniCredit afferma, in una lettera agli azionisti datata 25 marzo, che le argomentazioni avanzate da Glass Lewis “non sono corrette e possono portare a conclusioni errate”.
UniCredit propone un pacchetto retributivo per i suoi dirigenti in cui Orcel riceverà una retribuzione fissa in linea con la normativa di riferimento, mentre la retribuzione variabile sarà legata al raggiungimento degli obiettivi di performance delineati nel piano della banca. UniCredit rimarca anche come la remunerazione del ceo risulta sostanzialmente in linea con quella del suo principale concorrente Intesa Sanpaolo.
“Abbiamo completamente rivisto il nostro approccio alla remunerazione durante l’anno, incorporando tutto l’output dell’ampio round di coinvolgimento”, spiega Unicredit. Oltre a collegare la retribuzione variabile di Orcel alla performance, UniCredit ha affermato di averla sottoposta a clausole di claw-back (ossia clausole che prevedono la possibile restituzione, totale o parziale, della parte variabile del compenso di un manager se sussiste una giusta causa, ndr).