Notizie Notizie Mondo Nuova caduta della Borsa cinese ma l’Asia tiene

Nuova caduta della Borsa cinese ma l’Asia tiene

4 Giugno 2007 06:48

Ennesimo capitombolo in meno di cinque sedute per le Borse di Shanghai e Shenzen. L’indice azionario più importante della Cina, il Csi 300, ha chiuso le contrattazioni in calo del 7,82%. La correzione è avvenuta in scia a quanto riportato da un quotidiano finanziario di matrice governativa, secondo cui le autorità non cercheranno di porre in atto misure per arrestare la discesa dei corsi che nelle ultime tre sedute della scorsa settimana ha sostanzialmente bruciato circa 225 miliardi di dollari. Dal 29 maggio l’indice Csi 300 ha infatti ceduto circa il 14% come conseguenza dell’innalzamento delle imposte sulle transazioni finanziarie.


 


Lo scivolone di oggi è ancora più fragoroso se si considera che quasi il 70% dei titoli componenti il paniere hanno toccato nel corso della seduta un ribasso di almeno il 10 per cento. Occorre però ricordare che l’indice Csi 300, che racchiude le azioni A scambiate a Shanghai e Shenzen, nonostante i recenti ribassi ha realizzato nel 2007 una crescita di quasi il 75 per cento.


 


E’ tuttavia convinzione di alcuni osservatori che l’insuccesso avuto dall’aumento del fissato bollato nel contenere il ritmo di apertura di nuovi conti titoli (che viaggia a una media di 300mila ogni giorno) possa convincere Pechino a varare nuove manovre. La China Securities Depository & Clearing Corp ha infatti reso noto che il giorno 30 maggio, ossia all’indomani della manovra fiscale restrittiva, le aperture di nuovi conti sono ammontate addirittura a 420mila, per un totale in tutto il Paese di 101,1 milioni di conti per operare in titoli.


 


Le altre piazze asiatiche non hanno però risentito della nuova correzione cinese. Il Morgan Stanley Capital International Asia-Pacific Index ha addirittura guadagnato lo 0,8%, mentre Tokio ha chiuso poco lontano dalla parità (Nikkei +0,1%). Sembrerebbe quindi scongiurato il rischio che si possa ripetere quanto accaduto il 27 febbraio scorso, quando un -9,2% di Shanghai si riverberò in un sell off generalizzato su tutte le piazze mondiali.