Ntv: possibile mobilità per 300 dipendenti. Ugl, azienda ci convochi per fare chiarezza
"Se la notizia sull'apertura della procedura di mobilità per circa 300 dipendenti Ntv fosse confermata, ci auguriamo che il governo Renzi rifletta sugli 'effetti collaterali' del decreto competitività in termini di ricadute occupazionali e che Ntv non utilizzi però il taglio delle agevolazioni tariffarie come alibi per coprire i propri errori gestionali".
Così il segretario confederale dell'Ugl, Ezio Favetta, commenta le notizie di stampa in merito alla drammatica situazione in cui versa l'azienda di trasporto ferroviario, evidenziando come "ci aspettiamo una convocazione a stretto per individuare soluzioni che evitino di scaricare i costi della crisi sui lavoratori, i quali, nonostante le difficoltà, hanno contribuito e stanno contribuendo a mantenere alti standard di servizio sui treni Italo".
Per il segretario nazionale dell'Ugl Attività ferroviarie, Umberto Nespoli, "è quantomeno irrituale che una notizia così seria arrivi prima alla stampa che ai lavoratori e ai loro rappresentanti, soprattutto dopo il grande lavoro fatto insieme ai vertici Ntv per intrecciare solide relazioni industriali, che hanno condotto all'adozione di un contratto aziendale nel perimetro del ccnl della Mobilità-Area contrattuale Attività ferroviarie, e per promuovere il rilancio dell'azienda con l'accordo sui contratti di solidarietà".
"Ci auguriamo dunque che - conclude Nespoli - l'azienda ci convochi quanto prima per fare chiarezza sulla situazione e smentire i drastici tagli ipotizzati, una misura certamente sbagliata, oltretutto a ridosso di un evento importante per l'azienda, il comparto ed il Paese come l'Expo2015".
Era stata La Repubblica questa mattina a pubblicare un articolo secondo cui Ntv nelle prossime settimane potrebbe annunciare l'avvio delle procedure per la messa in mobilità di 300 dipendenti su un totale di poco superiore alle mille unità.La società di Italo, prosegue il quotidiano, rischierebbe di non sopravvivere, con perdite che sono arrivate a 156 milioni in due anni, un debito complessivo a quota 781 milioni di euro e con un capitale che solo nel primo trimestre di quest'anno si è ridotto di un terzo.
Il colpo di grazia secondo i vertici dell'azienda, scrive La Repubblica, dopo la guerra dei prezzi scatenata da Trenitalia (Ntv ha presentato un ricorso all'Antitrust) e la sostanziale mancanza di un'Authority di settore, è arrivato con il decreto competitività del ministro dello Sviluppo, Federica Guidi: fine del regime tariffario agevolato, introdotto nel 1963, con un incremento dei costi di 15-20 milioni l'anno a partire dal 2015. Un livello insostenibile per l'azienda che già paga 120 milioni l'anno per l'accesso alla rete.
Così il segretario confederale dell'Ugl, Ezio Favetta, commenta le notizie di stampa in merito alla drammatica situazione in cui versa l'azienda di trasporto ferroviario, evidenziando come "ci aspettiamo una convocazione a stretto per individuare soluzioni che evitino di scaricare i costi della crisi sui lavoratori, i quali, nonostante le difficoltà, hanno contribuito e stanno contribuendo a mantenere alti standard di servizio sui treni Italo".
Per il segretario nazionale dell'Ugl Attività ferroviarie, Umberto Nespoli, "è quantomeno irrituale che una notizia così seria arrivi prima alla stampa che ai lavoratori e ai loro rappresentanti, soprattutto dopo il grande lavoro fatto insieme ai vertici Ntv per intrecciare solide relazioni industriali, che hanno condotto all'adozione di un contratto aziendale nel perimetro del ccnl della Mobilità-Area contrattuale Attività ferroviarie, e per promuovere il rilancio dell'azienda con l'accordo sui contratti di solidarietà".
"Ci auguriamo dunque che - conclude Nespoli - l'azienda ci convochi quanto prima per fare chiarezza sulla situazione e smentire i drastici tagli ipotizzati, una misura certamente sbagliata, oltretutto a ridosso di un evento importante per l'azienda, il comparto ed il Paese come l'Expo2015".
Era stata La Repubblica questa mattina a pubblicare un articolo secondo cui Ntv nelle prossime settimane potrebbe annunciare l'avvio delle procedure per la messa in mobilità di 300 dipendenti su un totale di poco superiore alle mille unità.La società di Italo, prosegue il quotidiano, rischierebbe di non sopravvivere, con perdite che sono arrivate a 156 milioni in due anni, un debito complessivo a quota 781 milioni di euro e con un capitale che solo nel primo trimestre di quest'anno si è ridotto di un terzo.
Il colpo di grazia secondo i vertici dell'azienda, scrive La Repubblica, dopo la guerra dei prezzi scatenata da Trenitalia (Ntv ha presentato un ricorso all'Antitrust) e la sostanziale mancanza di un'Authority di settore, è arrivato con il decreto competitività del ministro dello Sviluppo, Federica Guidi: fine del regime tariffario agevolato, introdotto nel 1963, con un incremento dei costi di 15-20 milioni l'anno a partire dal 2015. Un livello insostenibile per l'azienda che già paga 120 milioni l'anno per l'accesso alla rete.