Notizie Notizie Italia Non solo S&P, rallentamento congiuntura globale renderebbe irrealizzabili stime governo (analisti)

Non solo S&P, rallentamento congiuntura globale renderebbe irrealizzabili stime governo (analisti)

27 Ottobre 2018 13:21

Standard & Poor’s non ha seguito l’esempio di Moody’s evitando di declassare l’Italia, anche se l’outlook è stato portato a negativo con forti preoccupazioni sull’azione del governo in ambito di politica economica e fiscale. S&P indica poi stime più caute rispetto a quelle del governo sul fronte crescita (+1,1% nel 2019 vs +1,5% del governo) con deficit al 2,7% l’anno prossimo.

“La decisione di Standard & Poor’s di modificare l’outlook da stabile a negativo, pur mantenendo il rating a BBB, era lo scenario più verosimile ed è in linea con quello di Moodys con riferimento alle osservazioni sulle scelte di finanza pubblica del governo”, rimarca Edoardo Fusco Femiano, Market Analyst di eToro, che prosegue: “Preoccupa la strategia dell’Italia di ricorrere a politiche di extra-deficit così come è preoccupante la traiettoria del debito pubblico, anche in relazione all’impatto che sta avendo sulla capitalizzazione delle banche italiane, le quali detengono circa 380 miliardi di BTP”.

 

Cottarelli: poteva andare peggio, lunedì mercati non reagiranno male

 

“Rating invariato e outlook negativo. Poteva finire peggio. Era quanto i mercati si aspettavano. Non penso che lunedì reagiranno male. Mi preoccupa di più il tono da scontro frontale usato rispetto alle istituzioni europee. Non aiuta a frenare lo spread”, ha commentato oggi Carlo Cottarelli.

 

Alert banche: aumento costo funding ritarda emissioni bond

“Gli istituti finanziari italiani stanno ritardando la pianificazione delle prossime emissioni obbligazionarie – rimarca l’esperto di eToro –  previste per circa 80 miliardi nel triennio 2019-2021 per via del crescente costo del funding associato al rischio paese. E’ allarmante, infine, l’insieme di segnali di rallentamento delle principali economie globali: il rischio è che nei prossimi sei mesi il ciclo economico possa iniziare una fase di correzione e, se così fosse, le previsioni italiane di crescita pari all’1,5%, già superiori alla media negli ultimi dieci anni, si rivelerebbero non più sostenibili”.

Secondo S&P le impostazioni di politica economica e fiscale del governo italiano stanno pesando sulle prospettive di crescita economica del paese e sono un driver negativo per la traiettoria del debito pubblico-PIL. Per il 2019 S&P stima un deficit al 2,7% rispetto al 2,4% indicato dal governo. L’outlook negativo riflette il rischio che la decisione del governo di aumentare il deficit, oltre a esacerbare già la debole posizione di bilancio dell’Italia, soffocherà il recupero del settore privato.

Negli ultimi 5 mesi lo spread è schizzato in avanti di quasi 200 pb con il rischio che una sua salita fino a 400 pb intacchi il patrimonio delle banche a tal punto da far scattare la necessità di aumenti di capitale.