Notizie Notizie Mondo Niente bolla Faang e Buffett gongola, Apple avvicina record 1.000 mld $ capitalizzazione

Niente bolla Faang e Buffett gongola, Apple avvicina record 1.000 mld $ capitalizzazione

7 Giugno 2018 12:27

Record su record per il Nasdaq con Apple sempre più vicina al traguardo storico dei mille miliardi di dollari di capitalizzazione, mai raggiunto da nessuna società. Il gigante tecnologico è distante circa il 5% da tale livello (attualmente capitalizzazione è di 953 miliardi di dollari) e secondo gli analisti ormai è solo questione di tempo.

Ieri il titolo Apple ha più volte aggiornato i massimi storici toccando quota 194 dollari con capitalizzazione sopra i 953 miliardi di dollari, ossia a meno di 5 punti percentuali dal traguardo del trilione di dollari mai raggiunto da nessuna società. Nei giorni scorsi Morgan Stanley ha indicato un prezzo obiettivo a 210 dollari, che implica il superamento di slancio del trilione di dollari di capitalizzazione.

Il rally di maggio, sulla scia della trimestrale record, ha dissipato completamente i timori di una bolla Faang che avevano colpito a febbraio le big hi-tech statunitensi. Riscontri in Borsa che stanno dando ragione a Warren Buffett che negli ultimi 2 anni ha puntato con sempre maggior decisione sul titolo Apple. In tempi non sospetti (febbraio 2017) Buffett aveva indicato il traguardo del trilione di dollari come ampiamente alla portata di Apple.

Anche nel primo trimestre di quest’anno l’oracolo di Omaha ha aumentato la sua quota in Apple acquistando altri 75 milioni di azioni Apple e divenendo il terzo maggiore azionista del colosso di Cupertino. Da inizio anno il titolo Apple è salito di quasi il 15% (+24% negli ultimi 12 mesi). 

 

Mercato smartphone maturo, in futuro svolta su politica prezzi

I miglioramenti piuttosto limitati presentati alla Worldwide Developers Conference di Apple questa settimana dimostrano come il mercato degli smartphone sia ampiamente maturo. Le vendite globali sono diminuite leggermente per la prima volta lo scorso anno, secondo la società di ricerca IDC, e dovrebbero crescere meno del 3% l’anno nei prossimi cinque anni. le vendite di iPhone continuano a trainare i conti di Apple con l’iPhone X che ha dominato la classifica delle vendite globali di smartphone nel primo trimestre 2018 con 12,7 milioni di unità vendute (dati IHS Markit). Secondo posto per l’iPhone 8 con 8,5 milioni di unità.

Emerge però un segnale di rallentamento per Apple rispetto a 12 mesi prima. Nel primo trimestre del 2017 la società aveva vendute complessivamente 35,6 milioni di unità combinate di iPhone 7 Plus (18,3 mln) e iPhone 7 (17,3 mln), mentre il volume di spedizione combinato dei due modelli principali di quest’anno è sceso a 21,2 milioni di unità. “Sebbene il più recente volume di spedizione di modelli di Apple sia diminuito – argomenta Jusy Hong, direttore dei dispositivi consumer per IHS Markit – la società ha annunciato buoni guadagni nel primo trimestre, principalmente grazie agli aumenti dei prezzi per gli iPhone 8 e del prezzo ancora più elevato per l’iPhone X”.

Il colosso di Cupertino, che al WWDC 2018 ha presentato le novità inerenti il nuovo iOS 12, potrebbe decidere di rivedere le politiche di prezzo sui futuri modelli. Secondo l’analista Ming Chi Kuo i nuovi modelli iPhone 2018 dovrebbero essere sempre tre e tutti con un prezzo inferiore rispetto a quello record dell’iPhone X. Negli scorsi mesi si è anche tornato a parlare del lancio di un iPhone low cost. 

 

Analisi tecnica: cali di breve non preoccupanti fino a test 180$

Apple, dopo una fase durata diversi mesi senza riuscire a superare la resistenza statica dei 180 dollari, ha ripreso la strada del rialzo. Il titolo infatti rimane inserito in un solido trend rialzista avviato a giugno del 2016, lungo la trend line ascendente costruita sui minimi del 27 giugno 2016 e 9 febbraio 2018, poi confermata a fine aprile.

I prezzi ormai hanno preso di mira i 200 dollari. L’impostazione grafica infatti non da segnali di allarme a riguardo. RSI dopo aver fatto pull back sulla trend line ribassista è ripartita al rialzo tornando in ipercomprato, a segnalare la maggior forza delle pressioni rialziste. Eventuali cali di breve non sarebbero preoccupanti fino al test dei 180 dollari. Una chiusura al di sotto di tale livello invece sarebbe invece un primo campanello di allarme.