Notizie Lavoro Nell’auto c’è ancora posto: come cambia l’occupazione

Nell’auto c’è ancora posto: come cambia l’occupazione

19 Maggio 2014 15:15

“Nonostante la contrazione delle vendite, l’occupazione nel comparto auto è rimasta sostanzialmente stabile tra il 2012 e il 2013, anche se sta cambiando pelle, con alcune professionalità che perdono interesse e altre in forte crescita, soprattutto quelle legate all’internazionalizzazione, che hanno visto crescere anche le retribuzioni in maniera sensibile”. Così Davide Portoghese, responsabile della filiale di Torino di Michael Page, parla da un punto di osservazione privilegiato, visto che in Piemonte il settore auto è responsabile, direttamente e attraverso l’indotto, del 70% circa dell’occupazione.
Secondo la ricerca di Michael Page, i passaggi da un’azienda all’altra oggi portano a incrementi retributivi intorno al 10/12% dello stipendio annuo, ma possono raggiungere anche il 20% per i profili più ricercati, che sono quelli legati all’organizzazione, alle vendite estere e ad alcune funzioni finanziarie.
Ma quali sono le posizioni più ricercate per il 2014? In generale, le maggiori opportunità professionali nei prossimi anni saranno nell’ambito dell’indotto auto e riguarderanno principalmente le figure tecniche destinate a lavorare in un mercato internazionale, con un numero crescente di clienti esteri o di clienti italiani con stabilimenti all’estero. Vi sarà forte richiesta per ingegneri dedicati allo sviluppo di stabilimenti e linee produttive in paesi emergenti o che si confrontino commercialmente con costruttori non solo italiani.
Nel settore delle vendite, le figure più richieste sono i key account per il mercato tedesco, cioè coloro che seguono i maggiori clienti e che hanno il compito di far entrare le aziende italiane dell’indotto auto anche nel mercato dei costruttori tedeschi. Mentre per quanto riguarda le funzioni amministrative, le aziende del Belpaese che esportano o che hanno aperto filiali all’estero ricercano sales controller, funzione destinata a strutturare i processi necessari a controllare l’andamento delle filiali estere, e industrial controller, destinati a verificare se gli stabilimenti sono produttivi o meno, e in particolare plant controller, che nelle multinazionali si occupa di controllo costi dello stabilimento, reportistica verso casa madre e accounting.