Natale in anticipo sui mercati, poker di motivi dietro il grande rally. Azimut e Ferrari i migliori Ytd
Euforia sui mercati con Piazza Affari che ieri è riuscita a riacciuffare i massimi annui con un sonante +22% Ytd. Mancano ancora più di due mesi al Natale e il dubbio che il rally di fine anno sta andando in scena con largo anticipo è più che lecito. Se la mini-tregua sui dazi ha contribuito non poco ad alimentare gli acquisti settimana scorsa – nonostante molti analisti abbiamo rimarcato come il problema sia stato solo posticipato – nelle ultime sedute gli elementi di ottimismo si sono moltiplicati, in ultimo i rumor di una possibile schiarita sulla Brexit.
Ftse Mib vola a +22% Ytd, massimi per diversi titoli
Se Piazza Affari gongola sui massimi annui, così come gli indici europei, Wall Street non è certo da meno. I massimi storici del 26 luglio distanti circa 1 punto percentuale per lo S&P 500 che ieri ha messo a segno un rotondo +1%.
Tra i singoli titoli del Ftse Mib continua a svettare Azimut con oltre +79% Ytd, seguita da Ferrari con +64%. Si contendono la terza posizione del podio STM e Amplifon con +58% circa. Ieri nuovi massimi storici per Poste Italiane che segna un +55% Ytd. Dopo il rally dell’ultimo mese e mezzo da parte delle banche, unico titolo in rosso da inizio anno risulta Salvatore Ferragamo con oltre -7%.
Poker di motivi dietro il rally delle ultime sedute
Natale in anticipo quindi per gli investitori. Le ultime giornate hanno visto materializzarsi o almeno intravedersi una raffica di sviluppi positivi. Nel dettaglio Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr, segnala quattro elementi che hanno fatto sorridere i mercati:
1) il negoziato di Washington, pur non raggiungendo risultati definitivi, è sembrato avere una portata maggiore di quanto atteso alla vigilia. Evitata al momento l’escalation, si lavora alla definizione di una “fase 1” di accordo, che eviterebbe l’elevazione dei dazi a dicembre.
2) La Fed ha annunciato la ripresa del programma di acquisti al ritmo di 60 miliardi di dollari al mese di T-bill. Si tratta di importi superiori alle attese.
3) Sono circolate indiscrezioni che, una volta raggiunti i limiti di bunds acquistabili con le attuali regole del QE, alla Bce sarebbero più inclini a modificare la composizione degli acquisti (meno bund e più altri emittenti), piuttosto che superare il limite del 33% per singola emissione.
4) Il newsflow sulla Brexit ha preso a migliorare a grandi passi. Le parti a Bruxelles starebbero raggiungendo l’accordo su un testo e vi sarebbe ottimismo sulla possibilità di una chiusura entro giovedì.
A proposito della Brexit oggi gli occhi saranno puntati su Bruxelles dove il negoziatore Michel Barnier e il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk riferiscono sugli sviluppi del negoziato alla vigilia del Consiglio europeo. “Un deal tra un Premier UK e Bruxelles c’è già stato in passato, e non ha funzionato perchè il Parlamento UK lo ha bocciato 3 volte. E non è che Johnson abbia mostrato maggior feeling della May con la Camera dei Comuni, venendo sconfitto ripetutamente e di seguito. Ergo, è evidente a tutti che qualcosa bolle in pentola, ma le incognite sono ancora rilevanti”, argomenta Sersale.
Sembrano invece passare in secondo piano le preoccupazioni legate al rischio recessione. Lo Zew tedesco è sceso anche questo mese, anche se meno delle attese, e sempre ieri il Fondo monetario internazionale ha tagliato l’outlook sul Pil globale del 2019 a +3%, al ritmo più basso dalla crisi finanziaria del 2008.