Notizie Notizie Italia MPS, via libera del cda a piano industriale. Ma rimandato il ritorno in Borsa del titolo

MPS, via libera del cda a piano industriale. Ma rimandato il ritorno in Borsa del titolo

3 Luglio 2017 09:17

Settimana cruciale per MPS. Nei prossimi giorni è atteso il verdetto della Bce e della Commissione europea sul piano che è stato approvato venerdì scorso dal cda.

Se tutto andrà bene, la banca senese presenterà il piano stesso ai mercati – si parla di una data vicina al 10 luglio -, prima che la palla passi finalmente al Governo con l’approvazione di due decreti.

Con il primo, si conosceranno i dettagli della condivisione degli oneri ovvero, praticamente, quale dovrà essere il costo a carico degli azionisti e degli obbligazionisti subordinati. Nello stesso decreto, l’esecutivo chiarirà anche i modi per accedere ai rimborsi, per quei risparmiatori che avrebbero sottoscritto bond senza essere informati in toto dei rischi, dunque vittime del cosiddetto misselling.

Nel secondo decreto, come ha riportato Il Sole nel fine settimana, saranno illustrati i dettagli su come lo Stato entrerà nel capitale di Mps, attraverso la strada della ricapitalizzazione precauzionale che – in questo caso, visto che la banca è stata reputata solvibile – l’Ue ha approvato.

Indispensabile per la riammissione del titolo in Borsa l’indicazione del nuovo prezzo di sottoscrizione dell’aumento di capitale – del valore di 8,3 miliardi di euro – da parte del Mef.

Tuttavia, il tempo richiesto per la messa in atto delle varie tappe farebbe slittare il ritorno in borsa del titolo Mps, che dovrebbe avvenire non prima di settembre.

Inizialmente, la speranza era che la riammissione alla quotazione a Piazza Affari potesse diventare effettiva entro la fine di luglio, ma Il Sole 24 Ore scrive come le trattative serrate per mettere in sicurezza le due banche venete, Veneto Banca e Popolare di Vicenza, abbiano fatto andare dietro le quinte il dossier MPS.

Considerando anche la presentazione ai mercati del piano industriale da parte dell’AD Marco Morelli, in data 10 luglio, e l’approvazione dei due decreti – che in teoria dovrebbero essere quasi pronti -, l’ingresso dello Stato nel capitale e l’assemblea per il rinnovo degli organi potrebbero arrivare tra la fine di luglio e gli inizi di agosto.

A quel punto, toccherebbe alla Consob dare l’ok per la riammissione del titolo alle negoziazioni. Che però, per l’appunto, vista l’estate, potrebbe rimandare la sua autorizzazione a settembre.

Da segnalare che gli scambi sul titolo Mps sono stati sospesi il 23 dicembre del 2016, con il valore dell’azione a 15,08 euro.

Un membro del cda di Mps ha mostrato ottimismo comunque sulla tempistica, affermando che “tutto è pronto per l’Europa”, in riferimento all’ok definitivo al piano industriale che dovrebbe arrivare proprio questa settimana sia dalla Commissione europea che dalla Bce.

A commentare il dossier Mps anche il sindaco di Siena Bruno Valentini:

“Credo che la prossima settimana potremo avere un grande annuncio. Siamo vicini ad un nuovo inizio della banca”, ad una notizia “che qualche tempo fa sembrava insperata, una sorta di miracolo come la liquefazione del sangue di San Gennaro a Napoli”.

Valentini ha tenuto a precisare che il piano prevede la riduzione del personale “ma senza licenziamenti e il mantenimento della direzione generale a Siena”.

Mps e i dettagli del piano

Riguardo ai dettagli del piano, è prevista per l’appunto una ricapitalizzazione del valore di 8,3 miliardi di euro, con una iniezione da parte dello Stato di circa 5,8 miliardi. La somma rimanente avverrà attraverso la conversione delle obbligazioni subordinate, per un valore di 2,5 miliardi.

L’operazione trasformerà lo Stato nel primo azionista di Mps, con una quota pari al 70% del capitale.

Il cda ha anche confermato l’accordo con Atlante 2 per la cartolarizzazione dei crediti deteriorati, che ammontano nel caso di Mps a ben 26 miliardi di euro.

Secondo i dettagli dell’operazione, Atlante 2 si accollerà gli NPL a un prezzo pari al 20-21% del valore nominale di 24 dei 26 miliardi, dunque per un corrispettivo di 4,92 miliardi. Avendo in cassa solo 1,65 miliardi, Atlante 2 si farà carico di titoli mezzanini e junior per quell’ammontare, mentre per i restanti 3,3 miliardi di titoli senior, emetterà note garantite dallo Stato via Gacs.

E intanto Il Cittadino Online scrive, sulla questione dei tagli al personale, che nel piano industriale sarebbero previsti “poco più di quattromila esuberi in quattro anni”.

Il quotidiano senese scrive che:

“nell’arco di quattro anni, facendo ricorso al fondo di garanzia, la banca farà una consistente operazione di “dimagrimento”, del personale in tutte le sedi sparse nel nostro paese.”

I numeri sarebbero comunque inferiori alle indiscrezioni circolate di recente.

“Ovviamente il calo di dipendenti si ripercuoterà sulle filiali il cui numero dovrebbe calare in maniera consistente. Un lavoro duro quello dell’amministratore delegato Marco Morelli, il cui operato, comunque, da chi ci sta a contatto viene giudicato in maniera positiva”.