Sondaggio Assiom Forex, Belluti: “E’ come se il mercato si stesse preparando a scendere”

Operatori di mercato più incerti, in un contesto in cui diverse variabili stanno cambiando. E’ la fotografia scattata dal sondaggio di giugno stilato da Assiom Forex in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor Plus. Fattori frenanti dell’ottimismo sono i timori legati all’instabilità del quadro politico e internazionale.
Scende così a giugno, dall’87% di maggio all’80%, la percentuale di chi prevede mercati stabili o in rialzo nei prossimi sei mesi. Il calo della percentuale è considerevole ed è legato anche al permanere di una situazione ancora in via di definizione in Italia, che fa fronte alle elezioni politiche in assenza, ancora, di un accordo sulla legge elettorale.
Lo fa notare il presidente di Assiom Forex, Luigi Belluti:
“Con il rischio politico che continua a rimanere sullo sfondo (in Italia preoccupano le future elezioni e una legge elettorale ancora incerta, in Usa lo stallo del programma elettorale di Trump), e a fronte di una dinamica dell’inflazione ancora debole, non si possono escludere possibili effetti negativi sulla crescita e virate impreviste in materia di politica monetaria. Di conseguenza, aumenta anche tra gli operatori la sfiducia su nuovi rialzi borsistici nei prossimi sei mesi: per la maggior parte infatti gli indici rimarranno sostanzialmente stabili, mentre aumenta rispetto al mese precedente anche la percentuale di chi inizia a vedere cali più accentuati e nell’ordine anche del 10%. E’ come se il mercato si stesse preparando a scendere”.
Cifre alla mano, dal sondaggio emerge che il 38% degli operatori prevede rialzi, in forte calo rispetto al 53% di maggio. Per il 35% (ex 44%) gli incrementi saranno compresi fra i 3 e i 10 punti percentuali mentre per un ulteriore 3% (ex 5%) sono possibili balzi superiori al 10%. Il 42% degli operatori (ex 33%) si aspetta mercati stabili, ovvero variazioni massime del 3% sia al rialzo che al ribasso. Aumenta in modo notevole la percentuale di chi teme un ribasso dei mercati: il 20%, rispetto al 13% di maggio, crede che sia possibile assistere a flessioni tra -3% e -10%. Tuttavia, una notizia positiva c’é. Nessuno degli interpellati ritiene che il ribasso dell’azionario possa essere superiore a -10%.
Gli operatori sono inoltre più ottimisti riguardo alla dinamica dello spread a 10 anni tra BTP e Bund. Viene certificato dal sondaggio l’effetto della vittoria di Emmanuel Macron alle elezioni francesi. E così, a ritenere probabile un valore dello spread compreso tra 150 e i 175 punti è il 38% degli operatori, in rialzo rispetto al 30% precedente.
Dimimuisce chi prevede un differenziale che torni a superare la soglia dei 200 punti (dal 15% al 13%), così come cala dal 42% al 30% la percentuale di chi stima oscillazioni tra i 175 e i 200 punti.
La maggioranza degli operatori è, dunque, per lo status quo e stima che nei prossimi mesi il valore sarà vicino a quello attuale, pari a circa 170. Ancora, cresce il numero di chi scommette su uno spread inferiore ai 150 punti base (rispetto al 15% di maggio).
Belluti commenta il maggiore ottimismo sui titoli di stato italiani:
“Per molti operatori la vittoria robusta del Presidente francese anche in Parlamento ha incrementato notevolmente la stabilità dell’area euro a beneficio soprattutto dei Paesi periferici. Se le elezioni in Germania dovessero conferire una vittoria ai moderati, per molti il rinnovato asse politico franco-tedesco potrebbe dare i primi frutti aprendo concretamente le possibilità di avviare una vera unione bancaria”.
Prevale la view stabile anche sul rapporto euro-dollaro, per cui il 48% degli operatori non intravede particolari variazioni nei prossimi sei mesi, a dispetto delle politiche monetarie di Bce e Fed che, almeno allo stato attuale, sono decisamente divergenti. (la Fed ha iniziato già ad alzare i tassi, mentre riguardo alla Bce le dichiarazioni contrastate arrivate anche questa settimana rendono più difficile riuscire a fare una previsione). Detto questo, il 31% degli operatori ritiene che l’euro potrebbe rafforzarsi.
Riguardo alle prospettive economiche, il 52% ritiene probabile un’accelerazione del Pil italiano dopo la revisione al rialzo delle stime da parte di Fmi e Fitch. Per il 48%, resta ancora da superare l’ostacolo di problemi strutturali.