Mps verso l’assemblea con incognita quorum, conversione bond al via lunedì 28
Si avvicina il giorno dell’assemblea dei soci di Banca Mps, il primo importante snodo per l’istituto senese che confida di portare a termine entro Natale il complesso progetto di rafforzamento patrimoniale. Il conto alla rovescia in vista dell’assemblea di giovedì si sta rilevando più intricato del previsto con ancora l’incognita quorum. Infatti, stando alle ultime indiscrezioni stampa, mancherebbe ancora un 2% per raggiungere il quorum minimo del 20% del capitale per rendere regolare l’assemblea straordinaria chiamata ad approvare l’operazione di ricapitalizzazione da 5 miliardi di euro. A pesare su Rocca Salimbeni è l’enorme frazionamento dell’azionariato che rende lo scoglio assembleare molto arduo. Per le adesioni all’assemblea c’è tempo fino alle ore 24 di domani.
Senza quorum intera ricapitalizzazione a rischio
In caso di mancato raggiungimento del quorum sorgerebbe la necessità di riconvocarla, con ogni probabilità a gennaio, con iter di salvataggio che potrebbe andare in cortocircuito così come il titolo in Borsa.
Se invece si supererà lo scoglio quorum, già lunedì 28 novembre dovrebbe partire l’offerta per la conversione volontaria di bond subordinati per complessivi 4,3 miliardi. Offerta che si concluderebbe il 2 dicembre.
L’aumento di capitale partirebbe invece il 6 o il 7 dicembre. Stando alle ultime indiscrezioni il fondo sovrano del Qatar parteciperebbe all’aumento di capitale con un investimento da 1 miliardo di euro.
Incognita referendum e possibile piano B
Di mezzo c’è l’incognita dell’esito del referendum costituzionale del 4 dicembre. In caso di vittoria del No e ulteriori tensioni sui mercati poterebbe prendere piede il cosiddetto Piano B con conversione non più volontaria, ma obbligatoria, dei bond subordinati. Tale opzione eviterebbe lo spauracchio bail-in e si lascerebbero fuori i bond senior (coinvolti invece in caso di bail-in).