Mps vede il ritorno al dividendo nel 2010, Caltagirone assicura sulla jv con Axa
Il Monte dei Paschi è pronto per tornare a distribuire un dividendo “congruo” nel 2010 dopo aver deciso di pagare nel 2009 solo una piccola cedola alle azioni di risparmio. La conferma è arrivata dal presidente della banca senese, Giuseppe Mussari, che ha illustrato all’assemblea le strategie percorse dall’istituto negli ultimi due anni di crisi economica. Il 2009 è stato un anno di profonda trasformazione per Rocca Salimbeni che adesso vede un salto di qualità in termini di ricavi, profitti e riduzione dei costi. Il direttore generale, Antonio Vigni, durante la presentazione del bilancio 2009 lo scorso marzo, ha precisato che il primo trimestre 2010 segnerà il ritorno all’utile dopo la perdita di 181 milioni registrata nel quarto trimestre 2009.
A margine dell’assemblea il vice presidente della banca toscana, Francesco Gaetano Caltagirone (azionista con il 4,45% del capitale ordinario), ha dato atto del buon lavoro fatto dal management. “E’ stato fatto un lavoro molto serio, la banca è solida nella sua sostanza, nelle filiali, nell’attaccamento dei suoi dipendenti”, ha detto Caltagirone. L’imprenditore romano, che recentemente è stato nominato vice presidente delle Generali, ha escluso che questi suoi legami tra Siena e Trieste possano portare a ripensamenti nella strategia di bancassurance del Monte che ha una joint venture con il socio francese Axa (che ha il 4,56% di Mps), concorrente del Leone. “La joint venture con Axa va benissimo e siamo molto, molto soddisfatti”, ha assicurato Caltagirone.
Per Caltagirone, però, “la ripresa industriale dà dei primi segnali ma non siamo fuori dalla crisi. Sul campo bancario con questi tassi le banche soffrono, prima o poi risaliranno ma non vedo una risalita subito. Quanto al dividendo del Monte ritengo che quello che ha detto il presidente sia realizzabile, condivido”. L’imprenditore ha poi escluso che Rocca Salimbeni possa avere al momento altre ambizioni di crescita per acquisizioni, dopo quella di Antonveneta. “Abbiamo fatto un buon boccone, adesso lo digeriamo”, ha detto riferendosi all’ acquisizione della banca veneta. Va ricordato che quando alla fine del 2007 Mps decise di rilevare i mille sportelli Antonveneta, pagò al Santander 9 miliardi cash. Oggi l’intero Monte dei Paschi, insieme ad Antonveneta, è stimato valere in Borsa 6,3 miliardi di euro. A Piazza Affari, mentre il Ftse Mib cede l’1,40%, Mps lascia sul parterre il 2,45% a 1,114 euro.