Notizie Notizie Italia Mps: pressing Ue, Tesoro chiede testa AD Bastianini (blindato da M5S). Stato nel Monte per altri due anni, Bruxelles impone mega taglio costi

Mps: pressing Ue, Tesoro chiede testa AD Bastianini (blindato da M5S). Stato nel Monte per altri due anni, Bruxelles impone mega taglio costi

1 Febbraio 2022 11:31

Mps: è tempo di cambiare, di dare una scossa alla banca ancora alle prese con troppi dubbi sul suo futuro, dopo il flop delle trattative tra il suo maggiore azionista (ormai dal 2017), il Mef, e la banca UniCredit capitanata da Andrea Orcel. Per il Tesoro è tempo almeno di cambiare faccia al Monte dei Paschi, sostituendo l’attuale ceo Guido Bastianini.

Mps: Tesoro chiede la testa dell'AD Guido Bastianini su pressing UeLe prime indiscrezioni in tal senso sono state riportate da Il Tempo, che ha scritto che il Tesoro avrebbe chiesto chiaramente all’AD di mettersi da parte, per dare un segnale di discontinuità ai mercati.

La richiesta, secondo quanto confermano più fonti, sarebbe stata avanzata in un incontro che il manager avrebbe avuto la scorsa settimana con Alessandro Rivera, direttore generale del Tesoro.

L’agenzia di stampa Ansa ha poi reso noto che, “dopo che ieri Il Tempo aveva riportato per primo l’indiscrezione, il finanziere Giuseppe Bivona ha scritto alla Consob per chiedere che venga fatta chiarezza da parte di Mps e del Mef sulla veridicità dell’indiscrezione e quali ragioni abbiano spinto il Mef a chiedere il passo indietro di Bastianini”.

La resa dei conti potrebbe avvenire a giorni, in occasione della riunione del cda il prossimo 7 febbraio per l’approvazione dei risultati del 2021.

Il 12 aprile è prevista poi la riunione dell’assemblea dei soci in unica convocazione, per l’approvazione del bilancio.

Mps: Tesoro spinge per dimissioni ceo Bastianini, pressing Ue

Così si legge nella nota odierna riportata da Equita SIM, che riassume i rumor che si sono avvicendati nelle ultime ore:

“Secondo quanto riportato dalla stampa, il MEF starebbe valutando la sostituzione dell’attuale CEO di BMPS, Bastianini, con altri profili”.

Equita sottolinea che la richiesta sarebbe arrivata in particolare dalla DG Comp, ovvero direttamente da Bruxelles, “che richiederebbe discontinuità manageriale in vista dell’approvazione del nuovo piano industriale che dovrà includere un rafforzamento patrimoniale da 2,5 miliardi da realizzare a condizioni di mercato. Tra i possibili candidati alla sostituzione, secondo le indiscrezioni della stampa, una rosa di candidati tra cui l’ex CEO di UBI Massiah, Lovaglio, ex AD del Credito Valtellinese, Marina Natale (AD di AMCO) e Alessandro Vandelli (ex CEO di BPER)”.

La SIM milanese commenta le voci affermando di ritenere come “una possibile sostituzione del management di Mps possa presumibilmente portare ad un rallentamento dei dialoghi con la DG Comp per la finalizzazione dell’accordo e l’approvazione del piano industriale”.

Mps: rimane spettro spezzatino, Tesoro nel capitale fino a fine 2023?

Il dramma della banca senese viene ben illustrato da Pino Di Blasio, nell’articolo dedicato a Mps pubblicato su La Nazione:

E’ un’utopia sperare che il cielo sopra la banca di Siena possa restare sereno a lungo”.

Bastianini, tra l’altro, (vicino ai 5 Stelle), “non avrebbe intenzione di dimettersi”, facendo “leva sugli ottimi risultati di bilancio e sull’azzeramento del deficit previsto di capitale”. E tra l’altro, nel quarto trimestre del 2021, secondo le stime del consensus, l’utile netto dell’istituto dovrebbe essere cresciuto ulteriormente, a mezzo miliardo di euro circa, dai 388 milioni del terzo trimestre.

L’articolo ricorda come Bastianini fosse stato blindato già a dicembre dall’ex sottosegretario Riccardo Fraccaro, M5S, che aveva chiesto al Tesoro di smentire le voci sul presunto desiderio di sostituire il ceo.

Il Messaggero, nello scrivere anch’esso che la richiesta a Bastianini di mettersi da parte sarebbe “legata al pressing di Bruxelles che chiede un passo di discontinuità” e facendo il nome, nello specifico, di Luigi Lovaglio, numero uno di CreVal fino alla primavera del 2021, (quando è avvenuta l’integrazione con Credit Agricole Italia), come possibile sostituto, ricorda l’appuntamento cruciale cdi Siena:

quello dell’aumento di capitale di 2,5 miliardi con diritto di opzione che il Monte dovrà fare durante l’estate e che “accompagnerà una cura dimagrante per contenere ancora di più i costi. Un dato per tutti – scrive Rosario Dimito de Il Messaggero – il cost-income è del 61%, Dg Comp (leggi Unione europea) lo vorrebbe abbassare sotto quota 50%. Questo significa una ristrutturazione complessiva propedeutica a una successiva cessione, in blocco o con uno spezzatino”.

Lo spettro dello spezzatino, insomma, continua ad assediare la banca senese, con il Tesoro in tratttive sia con la Bce che con la Commissione europea per ottenere una proroga della scadenza e uscire dal capitale di Siena dopo il 2023.

Mps si conferma tra i dossier più caldi del governo Draghi dopo il Mattarella bis, come scrive Stefano Cingolani su Il Foglio, che cita tra le partite del presidente del Consiglio anche Ita, Tim, Generali.

Cingolani parla di “metodo Draghi”, quello di “vendere e trovare partner industriali non solo finanziari”: un metodo che “sta avendo successo e che potrà essere applicato al Montepaschi. Anche qui occorre un socio industriale, cioè un’altra banca, in grado di prendersi il rischio, con lo stato che resta come garante sostenendo finanziamente il risanamento”. A tal proposito occhio alle parole che sono state proferite su Mps dal numero uno di UniCredit, Andrea Orcel.

Cingolani sottolinea che per “trovare i personaggi bisogna guardare ai possibili candidati per il terzo polo bancario: Bper controllata da Unipol che ha acquistato la genovese Carige, la Popolare di Sondrio, Banco BPM”.

“Ma attenzione – aggiunge – anche alle due grandi banche francesi in Italia: Credit Agricole con Cariparma, sconfitta nella gara per Carige, e Bnp con Bnl. Dunque, finirà nel cassetto il sogno che Mps resti allo stato, condiviso da M5S e Lega” .

Tornando a Guido Bastianini, il banchiere è stato nominato a capo del Monte nel maggio del 2020, sostenuto -erano i tempi del governo Conte bis – dai cinque Stelle, ed è subentrato al precedente ceo del Monte dei Paschi, Marco Morelli.