Mps non è più investment grade per Moody’s
La scure di Moody’s ha risparmiato ieri la Spagna ma si è abbattuta su Mps. L’agenzia internazionale ha abbassato il rating della banca senese di due gradini a “Ba2” dal precedente “Baa3” e dei relativi strumenti subordinati e ibridi. Il taglio è particolarmente significativo in quanto ha portato il giudizio sul merito creditizio della banca più antica del mondo a spazzatura. A rendere ancor più negativa la decisione degli analisti di Moody’s non è stata solo la sforbiciata del rating quello stand alone Bank Financial Strength Rating è passata da ‘D’ a `E’ e quello di breve termine a `NP’ da `P-3′, ma soprattutto l’outlook negativo. L’iniezione governativa di capitale da 1,5 miliardi di euro non sembra dunque aver rassicurato gli esperti dell’agenzia di rating a stelle e strisce, secondo cui “ci sono alte probabilità che l’istituto abbia necessità di ulteriori aiuti esterni”.
A preoccupare è principalmente la possibilità di un ulteriore aggravamento della qualità degli asset in portafoglio, “effetto diretto delle deboli prospettive congiunturali dell’economia italiana ed europea” fanno sapere nel loro studio gli esperti. In definitiva, per Moody’s “Mps non ha possibilità di generare da sola un capitale sufficiente a mantenere i livelli patrimoniali fissati dai regolatori”. Il riferimento è al 9% di Core Tier 1 ratio richiesto dall’Eba.
Mps paga così le prospettive congiunturali italiane per il 2012-2013 stimate da Moody’s, le più recenti sono per un calo del Pil quest’anno nel range compreso tra l’1,5% e il 2,5% e di un range compreso tra 0% e -1% per il 2013, ma non solo.
“Mps ha visto crescere del 17% il totale dei prestiti problematici, dato che si attesta significativamente sopra la media delle altre banche italiane che copriamo e posta a circa il 13%” incalzano dall’agenzia di rating a stelle e strisce. Nella sostanza quindi, la fragilità della qualità degli asset di Mps unita alla scarsa profittabilità dell’istituto”esasperano la debolezza della banca nel funding”.
La decisione di Moody’s potrebbe a questo punto riflettersi negativamente anche sui lavoratori del gruppo, qualora il nuovo management volesse accelerare sul piano di riduzione dei costi. In tal senso appaiono un fosco presagio le parole espresse da Elsa Fornero durante un question time alla Camera sull’argomento.
Per il ministro del Lavoro, “a oggi (ieri, ndr) non e stato richiesto alcun intervento al ministero, ne’ l’apertura di un tavolo”. Tuttavia, ha rilevato la Fornero, “trattandosi di settore bancario c’è la possibilità di usare fondi per gli esuberi, c’è un’ipotesi cui Mps sta lavorando attivamente per una solidarietà espansiva. Seguiamo la vicenda da vicino, ma, ripeto, finora non è pervenuta nessuna richiesta”. Di certo anche il mercato seguirà ancor più da vicino lo sviluppo della storia Mps dopo la perdita dell’investment grade.