Mps: focus sul titolo dopo puntualizzazioni Tesoro. ‘Privatizzazione in ogni caso’
Titolo Mps sotto pressione, all'indomani dell'audizione del direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, alle commissioni Finanze di Senato e Camera.
Rivera ha sottolineato l'intenzione del Mef di uscire dal capitale della banca senese, di cui Via XX Settembre è maggiore azionista con una quota del 64%.
"La permanenza sine die nel capitale della banca non é uno scenario ipotizzabile. Quindi a prescindere da quale sia la tempistica nuova da ridefinire della soluzione, la privatizzazione costituisce in ogni caso un punto di arrivo necessario. In coerenza, il Ministero nel rispetto del Dpcm è ancora incaricato di dismettere la partecipazione anche con operazioni straordinarie", ha detto Rivera, parlando della necessità, anche, di un aumento di capitale: "il piano prevede un aumento di capitale ed è molto probabile che sia necessario anche dopo che il piano sarà rivisto. Ribadisco che il Ministero farà la sua parte".
Così oggi una nota di Equita SIM elenca i principali spunti dall'audizione del direttore generale del Tesoro Rivera:
Il confronto con DG Comp/Commissione UE è stato avviato per
richiedere una proroga 'congrua' dei tempi della ricapitalizzazione, senza una tempistica definita (in modo da non indebolire il potere negoziale del MEF); la rinegoziazione degli impegni richiederà misure compensative da concordare con la Commissione (riduzione del cost/income ratio, maggiori uscite del personale); il punto di partenza sarà il Capital Plan predisposto dal management di Mps a gennaio 2021 e che prevede ad oggi un aumento di capitale da 2,5 miliardi, sebbene durante l'audizione non sono stati dati dettagli riguardo la size dell'aumento; l'obiettivo del MEF è la definizione di un piano che sia approvato da DG Comp e BCE e procedere all'aumento a condizioni di mercato, in modo che la parte residua dell'aumento di capitale non sottoscrivibile dal MEF da altri investitori/mercato, evitando quindi il tema degli aiuti di Stato e il coinvolgimento del debito subordinato in forme di burden sharing.
Così Rivera nell'affrontare la questione dell'aumento di capitale di Mps: sull'importo "è presto per dire quanto sarà. Occorrerà fare un piano solido che già esiste ma sul quale va innestata una discussione. Ad esito di questa si valuterà con le autorità quale sia l'entità necessaria". Mentre ora che non c'è più l'ipotesi UniCredit, per Mps "una ulteriore aggregazione sarebbe un altro percorso estremamente complesso: sarebbe necessario molto tempo ed una proroga dell'incentivo (DTA) per queste operazioni che scade entro giugno del prossimo anno. Non sarebbe semplice ipotizzare che in questo lasso di tempo si possa completare un ulteriore approfondimento". In calo alle 9.46 ora italiana anche il titolo UniCredit.
Rivera ha sottolineato l'intenzione del Mef di uscire dal capitale della banca senese, di cui Via XX Settembre è maggiore azionista con una quota del 64%.
"La permanenza sine die nel capitale della banca non é uno scenario ipotizzabile. Quindi a prescindere da quale sia la tempistica nuova da ridefinire della soluzione, la privatizzazione costituisce in ogni caso un punto di arrivo necessario. In coerenza, il Ministero nel rispetto del Dpcm è ancora incaricato di dismettere la partecipazione anche con operazioni straordinarie", ha detto Rivera, parlando della necessità, anche, di un aumento di capitale: "il piano prevede un aumento di capitale ed è molto probabile che sia necessario anche dopo che il piano sarà rivisto. Ribadisco che il Ministero farà la sua parte".
Così oggi una nota di Equita SIM elenca i principali spunti dall'audizione del direttore generale del Tesoro Rivera:
Il confronto con DG Comp/Commissione UE è stato avviato per
richiedere una proroga 'congrua' dei tempi della ricapitalizzazione, senza una tempistica definita (in modo da non indebolire il potere negoziale del MEF); la rinegoziazione degli impegni richiederà misure compensative da concordare con la Commissione (riduzione del cost/income ratio, maggiori uscite del personale); il punto di partenza sarà il Capital Plan predisposto dal management di Mps a gennaio 2021 e che prevede ad oggi un aumento di capitale da 2,5 miliardi, sebbene durante l'audizione non sono stati dati dettagli riguardo la size dell'aumento; l'obiettivo del MEF è la definizione di un piano che sia approvato da DG Comp e BCE e procedere all'aumento a condizioni di mercato, in modo che la parte residua dell'aumento di capitale non sottoscrivibile dal MEF da altri investitori/mercato, evitando quindi il tema degli aiuti di Stato e il coinvolgimento del debito subordinato in forme di burden sharing.
Così Rivera nell'affrontare la questione dell'aumento di capitale di Mps: sull'importo "è presto per dire quanto sarà. Occorrerà fare un piano solido che già esiste ma sul quale va innestata una discussione. Ad esito di questa si valuterà con le autorità quale sia l'entità necessaria". Mentre ora che non c'è più l'ipotesi UniCredit, per Mps "una ulteriore aggregazione sarebbe un altro percorso estremamente complesso: sarebbe necessario molto tempo ed una proroga dell'incentivo (DTA) per queste operazioni che scade entro giugno del prossimo anno. Non sarebbe semplice ipotizzare che in questo lasso di tempo si possa completare un ulteriore approfondimento". In calo alle 9.46 ora italiana anche il titolo UniCredit.