Fari delle agenzie di rating ancora puntati su Bpm e Banca Carige.
A preoccupare è il deterioramento della qualità del credito che mette a rischio gli sforzi per il rafforzamento patrimoniale.
A pronunciarsi sulle due banche è stata l’agenzia di rating Moody’s che ha tagliato il merito di credito della Banca Popolare di Milano e di Banca Carige. Sulla prima il rating a lungo termine è sceso a B1 da Ba3 con outlook negativo, sulla seconda a B2 da Ba2 con rating sotto revisione per un ulteriore downgrade. L’agenzia ha citato il “deterioramento della qualità del credito sia per la Popolare di Milano che per Carige, mentre i fattori specifici a livello di banca stanno mettendo a rischio gli sforzi degli istituti di credito per rafforzare il loro capitale”.
Relativamente al nuovo piano industriale di Bpm, previsto entro fine ottobre, secondo Moody’s dovrà includere le modifiche proposte riguardanti la governance societaria della banca riducendo la notevole influenza dei propri dipendenti/azionisti e aumentando la potenza di investitori istituzionali.
Per quanto riguarda Carige, il rafforzamento patrimoniale da 800 mln di euro potrebbe non essere sufficiente a raggiungere un livello di capitale commensurabile con il rating standalone attuale. Moody ritiene che la capacità di generazione interna del capitale di Banca Carige resterà “significativamente indebolita nel medio termine” a causa degli ulteriori oneri per perdite su crediti riportati a giugno e l’aumento della probabilità che le provisions rimarranno elevate nel secondo semestre del 2013 e anche nel 2014.
A inizio mese era stata Fitch a esortare le due banche a cambiare la loro struttura di governance mantenendo i rating di entrambe sotto osservazione per un possibile downgrade. In particolare sull’istituto di piazza Meda secondo Fitch c’è stato “un piccolo gruppo di azionisti dipendenti in carica e in pensione con stretti legami con i sindacati che hanno bloccato più volte proposte strategiche e di ristrutturazione”. Il rating di Bpm potrebbe andare sotto pressione se non riuscirà a rafforzare la corporate governance in modo da proseguire nel miglioramento dell’efficienza sui costi, delle procedure sui rischi e della raccolta di capitale.
Banca Carige, che dichiara una posizione di liquidità per 4,5 mld di euro, è impegnata nel piano di rafforzamento patrimoniale da 800 milioni di euro richiesto da Bankitalia e che si fonda sulla vendita delle due compagnie assicurative (Carige Vita e Carige Assicurazioni). Nei giorni scorsi l’istituto genovese ha nuovamente smentito le indiscrezioni che lo vedono esposto in derivati per 7 mld di euro. In particolare la banca genovese ha negato di avere in essere posizioni rilevanti in derivati di natura speculativa, tanto meno derivati strutturati a leva su titoli di stato italiani. La posizione di 7 miliardi di euro fa quindi riferimento ad investimenti in titoli di stato italiani, in gran parte coperti con derivati che proteggono dal rischio di tasso.