Moody’s colpisce anche l’Irlanda: mkt senza direzione nel giorno delle scadenze tecniche

Mattinata all’insegna della prudenza per le principali Borse del Vecchio continente che risentono delle triplici scadenze tecniche. Parigi segna un +0,35% a 3.902 punti, Londra guadagna lo 0,11% a 5.888 punti, mentre Francoforte sale dello 0,15% a 7.024 punti. Giù Madrid (-0,20% a 9.990 punti). A Milano il Ftse Mib dopo un avvio in tenuta scivola sotto la linea della parità e in questo momento perde lo 0,18% a 20.329 punti.I timori del mercato sul debito della zona euro che hanno appesantito il sentiment nelle ultime sedute trovano nuovo alimento dal downgrade di Moody’s sull’Irlanda di questa mattina.
L’agenzia Moody’s ha tagliato di ben cinque gradini il rating del debito pubblico irlandese, che è così sceso da Aa2 a Baa1. Secondo Moody’s, la revisione del rating è dovuta ai problemi del sistema bancario irlandese, la crescente incertezza sul futuro economico del Paese e il calo della solidità finanziaria del governo. L’agenzia ha spiegato come l’intervento odierno – che assegna un outlook negativo sul debito sovrano di Dublino – sia in linea con la valutazione proposta lo scorso 22 novembre, in cui si preannunciava la possibilità di un taglio di più livelli, che tuttavia avrebbe lasciato il rating dell’Irlanda nella categoria degli investimenti.
Moody’s evidenzia il rischio per le finanze pubbliche da una crescita minore o da costi di salvataggio del sistema bancario più alti del previsto. In particolare i 50 miliardi di euro che saranno destinati a interventi nel settore bancario, ricorda l’agenzia, rappresentano il 32 per cento del Pil irlandese. Quanto alle misure di austerità per riportare il deficit annuo al 3 per cento del Pil, Moody’s evidenzia l’impatto sulla crescita che avranno i tagli alla spesa pubblica che nei prossimi 4 anni ammonteranno a 15 miliardi di euro (pari al 9,5% del Pil). Ciò nonostante, il rapporto debito/Pil di Dublino dovrebbe balzare dal 66% dello scorso anno al 120 per cento già nel 2013, un livello che arriva al 140 % se si considerano i debiti dell’agenzia nazionale per la gestione del debito (Nama), completamente garantiti dal governo.