Monti alle celebrazioni per il 25 aprile: il rigore di oggi porterà a una crescita sostenibile
Il presidente del Consiglio Mario Monti non rinnega la linea del rigore e anzi la rilancia come base per il futuro sviluppo del Paese. In occasione delle celebrazioni per il 25 aprile, il premier ha tracciato un parallelo tra l’Italia alle prese con la sfida della ricostruzione e quella di oggi di fronte a una crisi economica senza precedenti nella storia repubblicana.
Riportiamo di seguito alcuni passaggi delle dichiarazioni rilasciate dal premier Mario Monti.
Per me è un onore e anche un’emozione celebrare, come presidente del Consiglio, un giorno così importante che ci deve vedere uniti tutti, oggi come allora, partendo proprio dallo spirito della liberazione.
Il nostro Paese è chiamato a superare nuove difficoltà, a vincere sfide sempre più impegnative: mi riferisco soprattutto alle gravi difficoltà economiche e sociali. Riusciremo a superarle se tutti, forze sociali e produttive, forze vive della cultura, istituzioni, singoli cittadini, lavoriamo nell’interesse del Paese e del bene comune.
Se allora il Paese chiedeva libertà e democrazia, oggi tutti ad ogni livello dobbiamo impegnarci per mettere in atto i principi di rigore, crescita ed equità, indispensabili a raggiungere tali obiettivi.
Non esistono facili vie d’uscita, né scorciatoie per superare questa dura fase di crisi, frutto amaro del fatto che per un lungo periodo il sistema politico ha alimentato in noi italiani l’illusione di poter vivere al di sopra dei nostri mezzi. Il rigore che oggi la situazione ci impone porterà invece gradualmente ad una crescita sostenibile e al lavoro, indispensabile per dare speranza ai giovani.
Viviamo una fase certamente difficile, da cui non siamo ancora usciti. Gli italiani lo sanno e stanno facendo grandi sacrifici, e qui vorrei ringraziarli per il loro sforzo e il loro impegno per il risanamento del Paese. Uno sforzo che – mi auguro – sia anche compreso e condiviso dalle forze politiche, economiche e sociali. Tutti devono dare il proprio contributo.
Se tutti lavoreremo insieme, così come fecero i nostri padri dopo le macerie della seconda guerra mondiale, potremmo consegnare ai nostri figli un’Italia migliore, più dinamica, più giusta. E’ questa l’Italia per cui lavoriamo.