Montepaschi: movimenti in vista dell’assemblea, riflettori puntati sulla Fondazione Mps
Il Montepaschi torna sotto i riflettori in un mese che sarà cruciale per le sorti della banca senese. La settimana scorsa il Cda di Rocca Salimbeni ha approvato un aumento di capitale da 3 miliardi di euro da sottoporre all’assemblea, convocata per i giorni 27 e 28 dicembre. A stretto giro è arrivato il via libera della Commissione Europea al piano di ristrutturazione del Montepaschi, che prevede una severa cura dimagrante e 900 milioni di euro di utili netti al 2017.
Ad essere in particolar modo sotto i riflettori è la Fondazione Mps, principale azionista del Montepaschi, gravata da debiti per 350 milioni di euro. Pochi giorni fa l’ente di Palazzo Sansedoni ha ceduto la parte del prestito Fresh da 1 miliardo di euro che ha reso circa 100 milioni di euro. Ora, secondo quanto scritto questa mattina da Il Sole 24 Ore, la Fondazione starebbe provando a cedere una quota o l’intera partecipazione in suo possesso in Mps evitando così di dover scegliere in assemblea se votare a favore o contro l’aumento di capitale.
Una scelta questa che potrebbe risultare drammatica. Il sostegno all’aumento al momento non è fattibile visto che l’effetto diluitivo che subirà il titolo potrebbe mettere a rischio la tenuta dell’Ente. Un voto contrario alla ricapitalizzazione creerebbe invece una frattura insanabile con il management della banca capitanato da Fabrizio Viola e Alessandro Profumo.
Gli analisti restano comunque scettici sulle sorti del Montepaschi. Questa mattina Exane ha fissato un prezzo obiettivo per il titolo Mps a 0,11 euro, decisamente inferiore rispetto agli attuali prezzi di Borsa (-1% a 0,181 euro). “Le prospettive di profittabilità sono troppo aggressive sulle commissioni nette e sui costi operativi”, spiegano gli esperti di Exane che non si aspettano un M&A significativo prima della conclusione dell’esame Bce sulla qualità degli attivi.