Montepaschi: braccio di ferro con Fondazione su tempi aumento, titolo prosegue il rimbalzo
Si accende sempre di più l’attesa per l’assemblea che il 27-28 dicembre che dovrà decidere le sorti dell’aumento di capitale da 3 miliardi di euro del Montepaschi. La Fondazione Mps ha fatto sapere che voterà a favore della ricapitalizzazione a patto che l’operazione venga effettuata nel secondo trimestre del 2014 e non ad inizio anno. Secondo Il Sole 24 Ore il Cda della banca senese, che si riunirà questa settimana, dovrebbe accogliere la richiesta della Fondazione di inserire all’ordine del giorno dell’assemblea anche la votazione sulla tempistica del rafforzamento patrimoniale.
Il rischio è un braccio di ferro tra i vertici del Montepaschi (l’Ad Fabrizio Viola e il presidente Alessandro Profumo) e l’ente di Palazzo Sansedoni, gravato da 350 milioni di euro e con la paura di veder diluita in maniera significativa la sua quota del 33,5% nell’istituto senese. Il Sole ipotizza anche la possibilità di dimissioni del duo Viola-Profumo qualora in assemblea riesca a passare lo slittamento dell’aumento di capitale.
L’ipotesi di uno slittamento dell’aumento di capitale ha fatto tornare un po’ di sereno sul titolo Mps, che ieri a Piazza Affari ha guadagnato circa 5 punti percentuali e oggi avanza del 2,50% a 0,175 euro. Un livello ancora inferiore da 0,24 euro, che rappresenta il prezzo medio di carico della partecipazione in mano alla Fondazione Mps, ma un po’ più lontano dalla pericolosa soglia di 0,12, sotto la quale scatterebbe l’escussione da parte delle banche creditrici.
Nello scenario migliore l’ente di Palazzo Sansedoni dovrebbe riuscire a vendere parte della sua quota prima dell’assemblea. Ma quale investitore comprerebbe a questi prezzi quando tra pochi mesi le azioni potrebbero valere molto meno in scia all’effetto diluitivo tipico dell’aumento di capitale? La situazione resta quindi più ingarbugliata che mai.