Monte dei Paschi: udienza rinviata al 3 ottobre. Mps e Banca d’Italia si costituiscono parte civile
La prima udienza del processo al via questa mattina sull’inchiesta Monte dei Paschi nei confronti dell’ex presidente, Giuseppe Mussari, dell’ex responsabile dell’Area finanza, Gianluca Baldassarri e dell’ex direttore generale Antonio Vigni, è stata rinviata alle 11,30 del prossimo 3 ottobre. Lo ha deciso il presidente del tribunale, Leonardo Grassi, su richiesta degli avvocati difensori degli imputati, per esaminare le richieste di costituzione di parte civile presentate da Banca d’Italia, Monte dei Paschi, dalle associazioni di consumatori Adusbef, Codacons, Confcosumatori e ad un gruppo di azionisti e risparmiatori. Secondo quanto riportano le agenzie di stampa, Mps avrebbe chiesto di potersi costituire come parte civile nei confronti di Baldassarri in quanto la banca senese, come spiegato dall’avvocato di Rocca Salimbeni Giovanni Accinni, avrebbe subito “un danno reputazionale oltremodo significativo”. La costituzione di parte civile non sarebbe stata richiesta nei confronti di Mussari e Vigni.
Il processo svoltosi presso il Palazzo di Giustizia di Siena verte su una parte della maxi inchiesta sul Monte dei Paschi, quella che riguarda il dossier sui prodotti finanziari occultati alla vigilanza. Il banco degli imputati vede la presenza di Mussari, Vigni e Baldassarri, quest’ultimo considerato a capo della cosiddetta “banda del 5%”. Per tutti e tre il Gip di Siena ha disposto il giudizio immediato relativamente al reato di ostacolo alle autorità di vigilanza in concorso. Banca d’Italia figura già come parte offesa. In aula oggi assenti Mussari e Vigni, che sono stati dichiarati contumaci, mentre era presente Baldassarri.
Il riferimento è al contratto di ristrutturazione Alexandria sottoscritto dal Monte dei Paschi con Nomura e che avrebbe contribuito a creare un buco di diversi milioni di euro nei conti della banca senese. A detta dei pm Aldo Natalini, Antonino Nastasi e Giuseppe Grosso, i tre sarebbero colpevoli di aver occultato il contratto stipulato con la banca giapponese nella cassaforte personale di Vigni dove sarebbe stato ritrovato dal nuovo management solo nell’ottobre 2012 e quindi consegnato ai magistrati senesi.
Intanto i pm si stanno preparando a richiedere il rinvio a giudizio per l’inchiesta sull’acquisizione di Antonveneta, con la richiesta che potrebbe giungere entro il 3 ottobre, e che vede indagate nove persone fisiche e due soggetti giuridici, Mps e Jp Morgan, per la legge sulla responsabilità giuridica delle imprese.